Vescovi: “Il fine vita non è mai il bene del malato”

La Conferenza dei Vescovi svizzeri ha rilasciato un messaggio in occasione della Giornata del malato prevista per l'11 febbraio prossimo. I presuli elvetici esprimono nel testo la loro condanna al suicidio assistito.

Il messaggio

I Vescovi hanno messo in evidenzia l'ipocrisia largamente diffusa tra media ed istituzioni quando si affronta questo argomento: “Ogni anno – hanno scritto – muoiono più persone a causa di suicidio che per atti violenti, incidenti del traffico e droghe illegali. Per rendere attenta l’opinione pubblica al problema poco conosciuto del suicidio, sin dal 2003 viene organizzata annualmente una Giornata mondiale per la prevenzione contro il suicidio”. Una circostanza paradossale, come fanno notare: “La contraddizione è evidente; da una parte il suicidio va impedito tramite la prevenzione, dall’altra si evita di affrontare il tema dell’assistenza al suicidio nella questione della prevenzione”. Retoricamente, i Vescovi svizzeri si chiedono: “Esiste un 'buon' suicidio o un 'suicidio giustificato' promosso dalle organizzazioni per l’assistenza al suicidio, in opposizione a un suicidio 'cattivo' da impedire tramite i tentativi di prevenzione promossi dallo Stato?”

Da evitare sempre

La posizione della Conferenza episcopale non lascia spazio ad equivoci: “L’accettazione del 'buon' suicidio viene diffusa attraverso concetti come 'autodeterminazione', 'sofferenza insopportabile' oppure 'autonomia'. Il 'cattivo' suicidio, invece, andrebbe evitato in ogni modo, perché proprio quei motivi che vengono addotti per giustificare l’assistenza al suicidio, qui vengono messi in discussione (autodeterminazione e autonomia) affinché siano prese misure assistenziali e preventive”. I Vescovi si chiedono: “Perché tutto questo non succede anche nei confronti dell’assistenza al suicidio? Ogni suicidio viene messo in atto dal soggetto interessato che lo sceglie a causa di sofferenze e pesi ritenuti soggettivamente non ulteriormente sopportabili. Nella maggior parte dei casi, il suicidio è anche pianificato“. I presuli hanno sottolineato che “i limiti stretti all’assistenza al suicidio, annunciati in un primo momento, si sono rivelati – come si vede – un’assoluta illusione e un consapevole inganno. Gli avvertimenti formulati sin dall’inizio si sono dimostrati giustificati e i rischi reali, malgrado tutte le affermazioni contrarie”.

Il punto di vista cristiano

Il messaggio condanna sempre il suicidio e ricorda che “da un punto di vista cristiano, ogni vita umana è un dono da Dio. “La sofferenza – continuano – dovuta alle forze che vengono meno, alla vecchiaia, alla malattia e alla morte, fa parte della caducità umana (contingenza)”. Secondo i presuli, “queste sofferenze vanno mitigate nel miglior modo possibile, tuttavia, secondo la dottrina cristiana, il dolore ha un significato speciale nel piano salvifico di Dio nei confronti di che ne è colpito”. E appellandosi alle parole di Papa Francesco per la Giornata del malato di quest'anno, la Conferenza ha affermato: “Il bene del malato non può consistere nello spegnimento della sua esistenza. Preoccuparsi dei malati per i cristiani deve stare al di sopra di tutto, perché salute e malattia sono aspetti 'relazionali'”. “Il Papa si aspetta da noi un amore per il prossimo che comprenda tutti e che venga donato gratuitamente; un amore che Madre Teresa di Calcutta ha saputo incarnare. Proprio lei, col suo esempio, ci aiuti a “capire che l’unico criterio di azione dev’essere l’amore gratuito verso tutti”, hanno concluso.