Norvegia, addio a insulti e fake nei commenti degli articoli: ecco il filtro “lettura”

Niente più insulti, pubblicità o fake news nei commenti agli articoli dei giornali. In Norvegia arriva il filtro capace di arginare il problema. Tra i fiordi, da oggi in poi, se si vuole commentare un articolo online, infatti, prima si deve dimostrare di averlo letto. L’idea è nata dalla Nrk, l’azienda radiotelevisiva di Stato, che ha iniziato a sperimentare una particolare funzione di filtro nel suo sito web di tecnologia, il NrkBeta.

Il filtro

Il filtro funziona nel seguente modo: quando un utente si appresta a commentare un articolo, prima di essere autorizzato a scrivere il suo pensiero, deve rispondere a un quiz che verifica l’effettiva lettura del contenuto. Il nuovo metodo è stato applicato, in via sperimentale, a un numero limitato di pezzi producendo buoni risultati. Rilevante il test effettuato su un articolo avente per oggetto un progetto di legge sulla sorveglianza digitale. Per accedere ai commenti, gli utenti hanno dovuto superare tre domande a risposta multipla, predisposte dagli stessi giornalisti autori dell’articolo. Così si è potuto mantenere alto il livello della discussione che si è sviluppata con contributi pertinenti e toni civili, preservandola da disturbatori e malintenzionati.

Insulti e commenti fuori luogo

Chi frequenta il mondo del web, e i social in particolare, sa bene che spesso a causa di commenti incivili, fuori luogo e troll rischiano di allontanare altri lettori, fuorviando la discussione. Diverse testate online, per evitare questo, sono state costrette a eliminare la sezione dei commenti agli articoli, così come ha fatto “Popular Science”. Altri, invece, hanno intrapreso scelte differenti che mirano a selezionare ed educare la comunità dei lettori online.

Perspective

Il progetto Perspective , portato avanti da Google, in collaborazione con New York Times, Economist, Guardian, e Wikipedia, ha realizzato una tecnologia in grado di stanare commenti offensivi e frasi violente per consentire agli editori di cancellarli dai siti. O l’iniziativa Coral Project avviata da Mozilla Foundation, insieme a New York Times e Washington Post, con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra giornalisti e comunità di lettori con strumenti open source per identificare utenti attendibili, gestire i loro contributi e creare appositi e più sicuri luoghi di discussione.