I film italiani in concorso

Parla italiano il prossimo Festival internazionale del cinema di Berlino. Alla 68ma edizione, che aprirà giovedì 15 febbraio per chiudersi domenica 25 febbraio, verranno presentate infatti ben 4 pellicole italiane.

Gli italiani: “Figlia mia”

Apre l'atteso “Figlia mia” di Laura Bispuri, con Valeria Golino e Alba Rohrwacher: è l'unica pellicola tricolore in concorso per l'Orso d'Oro. Nell’estate in cui compie 10 anni, Vittoria scopre di avere due madri: Tina (Valeria Golino), madre amorevole che vive in rapporto simbiotico con la piccola e Angelica (Alba Rohrwacher), una donna fragile e istintiva, dalla vita scombinata. Rotto il patto segreto che le lega sin dalla sua nascita, le due donne si contendono drammaticamente l’amore di una figlia. Vittoria (Sara Casu) vivrà un’estate di domande, di paure, di scoperte, ma anche di avventure e di traguardi, un'estate dopo la quale nulla sarà più come prima. “Figlia mia” è un viaggio in cui tre figure femminili si alternano, si cercano, si avvicinano e si allontanano, si amano e si odiano e alla fine si accettano nelle loro imperfezioni e per questo crescono.

“La terra dell'abbastanza”

“La terra dell'abbastanza” ovvero la periferia romana raccontata da due gemelli, Damiano e Fabio D'Innocenzo, che sembrano i figli di Caligari; Mirko e Manolo sono due giovani amici della periferia di Roma. Bravi ragazzi, fino al momento in cui, guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è un pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati un ruolo, rispetto e il denaro che non hanno mai avuto. un biglietto d’entrata per l’inferno che scambiano per un lasciapassare verso il paradiso.

“Lorello e Brunello”

“Lorello e Brunello” di Jacopo Quadri sul valore della terra: Lorello e Brunello Biondi, gemelli, vivono da soli nel podere dove sono nati ai Pianetti di Sovana, in Maremma, una campagna dura e ventosa. Il lavoro, senza mai un giorno di pausa, è una condizione naturale che non si mette in discussione. Eppure sono in perdita, così non ce la fanno: hanno 400 pecore e 100 ettari di terra, ma il latte vale sempre meno e il grano peggio. Vedono prosperare intorno a loro l’economia dei grandi viticoltori oggi proprietari del latifondo, sconfitto un secolo fa dai loro nonni.

“Land”

Infine, “Land” di Babak Jalali: un'amara storia di frontiera che divide l'America ricca, e senza troppa anima, da una riserva indiana quella di Prairie Wolf dove vive la famiglia dei Denetclaw. Lì li raggiunge la notizia della morte di Floyd, il figlio minore, morto in combattimento in Afghanistan; inizia l’attesa del corpo del ragazzo che deve essere riportato nella riserva per la sepoltura. Wesley, il più giovane dei figli ancora in vita, è un alcolista. La morte del fratello sembra non riguardarlo in alcun modo, l’unico scopo delle sue giornate è procurarsi della birra. Wesley è quotidianamente in contatto con i bianchi che gestiscono i negozi di liquori appena fuori dalla riserva. Quando la già difficile relazione tra le due comunità, i nativi e i bianchi, raggiunge un livello di massima tensione, scoppia una violenza da cui Wesley è direttamente colpito.