Fidesz: “Non cediamo a ultimatum del Ppe”

Si fa più serrato lo scontro tra Fidesz e il Ppe, di cui fa parte lo stesso partito del premier ungherese Viktor Orban.

Condizioni

Il capogruppo dei popolari e prossimo canditato alla presidenza della Commissione Ue, Manfred Weeber, ha imposto tre condizioni per assicurare a Fidesz la permanenza nel gruppo europarlamentare: interrompere la campagna anti Ue, scusarsi con gli altri partiti europei membri del Ppe e consentire all'Università di George Soros di restare a Budapest. Accettare, però, per il partito di governo ungherese significherebbe rinnegare alcuni punti cardine della propria battaglia politica.  “Per Fidesz la difesa dei valori cristiani e fermare l'immigrazione è più importante della disciplina di partito, non cederemo“, ha affermato il capo della comunicazione Balazs Hidveghi, citato dall'agenzia Mti. 

Il governo

Gli ha fatto eco, poco dopo, il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs. “L'immigrazione è alla radice di questo dibattito nel Ppe – ha scritto su Twitter – noi ascoltiamo altre opinioni, incluse quelle di Weber. Ma la difesa dei valori cristiani europei e fermare l'immigrazione sono cose più importanti della disciplina di partito e su questo, non possiamo cedere“. Per quanto riguarda la questione dell'università di Soros, un'altra delle condizioni poste a Fidesz dal capogruppo del Ppe, Kovacs risponde che “è notevole come la rete Soros spinga la sua agenda anche qui. Come abbiamo detto un certo numero di volte, la Ceu (l'Università di Soros) continua a operare a Budapest in conformità alla legge ungherese. Ma l'istruzione rientra nella competenza del governo nazionale, quindi le critiche su questo punto non sono valide. Le nostre regole e leggi si applicano a ogni istituzione nel campo dell'istruzione in Ungheria allo stesso modo, non si fa nessuna eccezione nemmeno per l'Università di Soros”.