Stupri di Rimini, confessano due minorenni: “Siamo stati noi”. Fermato un terzo sospetto

Si sono presentati spontaneamente in una caserma dei Carabinieri di Montecchio di Pesaro due minorenni di origine marocchina, in merito al duplice stupro di Rimini, risalente al 26 agosto scorso. I due giovani, secondo quanto riferito, si sarebbero dichiarati colpevoli di quanto accaduto sul litorale romagnolo, recandosi dalle Forze dell’ordine dopo la diffusione delle immagini che ritraggono il branco in un orario notturno, attraverso le quali una delle vittime avrebbe riconosciuto gli aggressori. Una settimana fa, un gruppo composto perlopiù da giovanissimi aveva violentato una turista di origine polacca in soggiorno a Miramare, picchiando (e derubando) anche il suo compagno. Nella stessa giornata, il branco ha praticato violenza anche su una prostituta transessuale peruviana.

Stupri di Rimini, La confessione

“Siamo stati noi”, avrebbero detto agli inquirenti in fase d’interrogatorio. A breve, i due sospettati dovrebbero essere trasferiti in Procura, dove rilasceranno altre dichiarazioni al pm che coordina le indagini e a un magistrato del tribunale dei minori di Bologna. Il fotogramma diffuso dalle Forze dell’ordine, immortalato da una telecamera di videosorveglianza, ritrae il gruppo di spalle (tre persone) mentre cammina sul lungomare, alle 3.57 di notte. A quanto pare, le vittime avrebbero riconosciuto i loro aggressori proprio attraverso le immagini. In particolare, il ragazzo aggredito avrebbe identificato nelle fotografie i suoi aggressori, mentre la sua fidanzata avrebbe meno certezze.

Il terzo fermato

I due minori presentatisi non hanno precedenti penali. Nel frattempo, la Squadra mobile di Rimini ha fermato una terza persona, accertando l’identità dei due componenti rimasti: uno sarebbe un congolese minorenne, mentre il capo banda un nigeriano di più di 18 anni. Al momento non è chiaro quale dei due sia il fermato. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, le quali appaiono piuttosto nitide, mostrano i visi leggermente di profilo: due di loro indossano un cappello con visiera, mentre un altro porta una felpa con cappuccio. I fotogrammi ritrarrebbero i tre nel percorso fatto dalla spiaggia fino alla strada statale, dove è avvenuta la seconda aggressione alla prostituta peruviana.