Le famiglie ucraine separate dal conflitto. 60enni richiamati alle armi e spediti al fronte

Vladimir è arrivato in Italia con la moglie 12 anni fa. Come molti migranti, ha lasciato a casa i figli dai nonni e affrontato un viaggio pieno di incognite nella speranza di costruire un futuro migliore per sé e per i propri cari. Lui ce l’ha fatta; dopo un lustro di lavoro sommerso faticoso e mal retribuito, ha incontrato un imprenditore onesto che l’ha messo in regola. Entrambi i coniugi, oggi, hanno il permesso di soggiorno e un lavoro stabile nonostante la crisi. In tutto questo tempo in Italia si sono integrati, hanno imparato bene l’italiano e mandato soldi ogni mese ai congiunti. I figli, rimasti in Patria, grazie ai sacrifici dei genitori, si solo laureati e sposati. Nell’ottobre scorso la gioia per la nascita del primo nipotino, Danilo, che spengerà a breve la prima candelina.

Tutto sembrava procedere nel migliore dei modi se non fosse scoppiata questa maledetta guerra civile. Nonostante la famiglia di Vladimir sia lontana dalla zona calda, gli effetti dello scontro tra le due forze in campo, l’Ucraina e la Russia, si fanno sentire in tutto il Paese. Di pochi mesi fa la notizia del richiamo alle armi di tutti i ragazzi dai 18 ai 25 anni per la cosiddetta “operazione antiterrorismo” del Governo ucraino che ha sollevato numerose proteste nella popolazione. Ma la possibilità di essere richiamati al fronte è stata estesa a tutti gli uomini che abbiano già svolto il servizio militare e non abbiano ancora compiuto 60 anni. Padri di famiglia o addirittura giovani nonni, come Vladimir, sono impossibilitati a rientrare in Patria anche solo per le vacanze per paura di rimanere bloccati in territorio ucraino e magari essere mandati a combattere.

Vladimir lo ha visto accadere con i propri occhi a due suoi connazionali che, come lui, lavoravano in Italia e che non sono più potuti tornare nel nostro Paese dopo quella che doveva essere solo una breve vacanza a casa. Così il prossimo Ottobre parteciperà solo sua moglie al festeggiamento del primo compleanno del nipotino; Vladimir rimarrà in Italia, al sicuro da una guerra assurda.

 

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