L'esercito turco entra nella provincia di Idlib

Le truppe turche sono entrate nella provincia di Idlib, nell'ambito del ruolo di garanzia delle zone di “de-escalation” concordato durante i colloqui di Astana sulla Siria. Secondo l'esercito, le unità che hanno attraversato il confine stanno svolgendo al momento attività esplorative per il monitoraggio, seguendo le regole di ingaggio concordate con gli altri Paesi garanti, Russia e Iran.

L'operazione di terra era stata annunciata sabato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, precisando tuttavia che non c'era ancora stato un attraversamento della frontiera da parte dei militari. Le azioni erano quindi affidate a milizie locali cooptate dalle Turchia. L'obiettivo dichiarato da Ankara è quello di bonificare la frontiera dai gruppi qaidisti, creando di fatto una zona cuscinetto, e di contrastare l'espansione delle milizie curde.

La regione di Idlib è da anni è fuori dal controllo governativo siriano. E nel corso del tempo il regime di Damasco e la Russia hanno qui ammassato civili e miliziani sempre più radicalizzati provenienti dalle zone ribelli, per lo più sunnite e che, dopo lunghi assedi medievali, si sono arrese ai lealisti. Erdogan ha detto che si tratta di una “operazione seria“.

Proprio il tema della “guerra al terrorismo” è stato evocato da Erdogan per giustificare l'intervento turco in un'area affidata alla tutela turca secondo gli accordi raggiunti all'ultimo e sesto round dei colloqui di Astana, in Kazakistan, svoltosi a settembre sotto il patrocinio di Mosca. A fine settembre il parlamento turco aveva approvato la decisione del governo di inviare nuove truppe “oltre confine“, in Iraq e in Siria.

Dall'altra parte del Paese, nella regione orientale dell'Eufrate al confine con l'Iraq, la “guerra al terrorismo” è contro l'Isis ed è combattuta da due schieramenti diversi e rivali: russi, iraniani e governativi avanzano a ovest del fiume, lungo l'asse Dayr az Zor-Mayadin-Abukamal; mentre i curdi, appoggiati dalla Coalizione a guida Usa, provano a sfondare le linee del sedicenre Stato islamico a est dell'Eufrate, all'altezza di Sawran. La regione è ricca di giacimenti di petrolio e gas ed è collegata direttamente con la turbolenta regione irachena di Anbar.