Comunali: vincono gli islamisti di Ennahda

Ennahda, movimento islamico conservatore, secondo la tv di di Stato tunisina avrebbe vinto le elezioni locali con il 27,5% dei voti validi. Secondo i risultati non ufficiali, il partito Nidaa Tounes, seconda formazione politica con 55 deputati in parlamento, ha ottenuto almeno il 22,5% dei suffragi. I risultati ufficiali saranno tuttavia resi noti dall'Alta Commissione elettorale il 9 maggio.

Affluenza

Il presidente dell'organismo, Mohamed Tlili Mansri, ha intanto comunicato i dati dell'affluenza delle prime elezioni comunali post rivoluzione. Alle urne si è recato il 33,7% degli elettori (1.796.154 di persone su oltre 5 milioni e 300 mila di aventi diritto). Nonostante gli appelli a votare in massa da parte dei massimi responsabili istituzionali, a partire dal presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, che aveva definito questa giornata “straordinaria per il percorso democratico” del Paese, il tasso di affluenza nazionale è ben lontano dal quel 69% delle politiche del 2014.

Disaffezione

Sembra dunque finita la luna di miele tra i tunisini e il mondo politico dopo “la sbornia post-rivoluzione“, tempi in cui al posto del calcio la gente nei bar discuteva di politica. E l'entusiasmo dei temi della “rivoluzione dei gelsomini” sembrano lontani con i problemi economici e sociali mai risolti. Ad intercettare questo malessere di fondo, ieri, era stato anche il vicepresidente del Parlamento europeo, Fabio Massimo Castaldo, a Tunisi in veste di capo della missione di osservazione elettorale Ue: c'è “un sentimento strisciante, in qualche caso sempre più evidente, di disaffezione nei confronti del processo democratico, forse perché ci si attendeva maggiori passi nel campo delle riforme economiche e sociali che restano la vera sfida del Paese”. Il test elettorale di ieri preludio alle politiche e presidenziali del 2019, imporrà ai principali partiti una riflessione.