Rotunno: “Da nucleare a energia di pace? E’ possibile, basta volerlo”

Intervista all'ingegner Giuseppe Rotunno, segretario nazionale di Civiltà dell'amore, sull'importanza di eliminare tutte le armi nucleari

E’ possibile trasformare l’energia distruttrice e mortale di una bomba nucleare in energia per la popolazione? Ebbene sì, ce lo insegna la storia: dal 1993 al 2013, a seguito di un accordo fra i presidenti di Russia e Stati Uniti, furono distrutte circa 20.000 ordigni nucleari con il programma Megatons to Megawatts. Dopo aver smantellato le bombe nucleari, l’uranio altamente arricchito veniva trasformato con un particolare processo in uranio debolmente arricchito; successivamente veniva utilizzato come combustile per le centrali elettronucleari. “Questo programma – spiega l’ing. Giuseppe Rotunno, segretario nazionale di Civiltà dell’amore, intervistato da Interris.it – ci insegna che eliminare la minaccia nucleare è possibile“.

Parole, parole, parole

“Parole, parole, parole”, cantava Mina. E di parole le potenze nucleari mondiali ne hanno dette tante, ma i fatti sono stati ben pochi. Sono stati firmati, accordi, trattati, organizzate conferenze, ma da quando nel 2013 il programma Megatons to Megawatts si è concluso – non è stato rinnovato per motivi economici – nessuno si è più preoccupato di distruggere in modo sicuro un ordigno nucleare. In questi giorni a New York – si concluderà il 26 agosto – è in corso la Conferenza di revisione del Trattato di Non Proliferazione nucleare (Tnp). Nella sede delle Nazioni Unite, si ritrovano i delegati dei 190 Stati coinvolti, chiamati a elaborare un documento finale che stabilisca un piano di azione per i prossimi cinque anni. “Certamente dovremmo aspettare l’ultimo giorno per vedere a cosa porterà questa conferenza di revisione ma, osservando i lavori svolti fino ad ora, possiamo dire che sembra non ci sia stato il famoso passaggio dalle parole ai fatti – spiega l’ing. Rotunno -. Era importante che si procedesse con il disarmo nucleare, sarebbe stato un primo passo per dare il buon esempio a tutti gli Stati”.

Il Tnp

Il Trattato di Non Proliferazione nucleare (Tnp), firmato il 1° luglio 1968, è da oltre cinquant’anni il principale argine contro la diffusione delle armi nucleari nel mondo: regola l’intero settore nucleare sia esso civile sia militare, sancisce il “diritto inalienabile” all’energia nucleare, ma proibisce al tempo stesso la diffusione delle armi nucleari. Solo a Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti ne viene concessa la detenzione. Al Trattato hanno aderito i cinque Paesi in possesso di armi nucleari (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, ma non lo hanno sottoscritto alcuni Paesi dotati di ordigni nucleari come India, Israele, Pakistan e Corea del Nord. Rotunno, ribadisce che questo trattato aspetta di essere pienamente applicato da 54 anni, ma gli Stati hanno mostrato poco impegno nel negoziare in un tempo ravvicinato la cessazione della corsa agli armamenti nucleari e lo smantellamento di quelli in loro possesso.

Quante sono le testate nucleari nel mondo?

Ad oggi, nel mondo esistono circa 13.000 testate nucleari, numero molto inferiore al picco di circa 70.000 testate nel 1986. Ma dopo decenni sembra essere ripartita la corsa agli armamenti: secondo lo Stockholm International Peace Research Institute, si prevede che l’arsenale nucleare aumenti nei prossimi anni. “Dati che vanno fortemente in contrasto con le conferenze che si stanno organizzando – ribadisce Rotunno -. Bisognerebbe capire che tipo di futuro vogliamo: uno ad alto rischio nucleare continuo oppure un mondo libero dal nucleare? Non sono necessarie tutte le testate nucleari per creare una catastrofe. Se ne esplodessero 100 nella nostra atmosfera si creerebbe il cosiddetto ‘inverno nucleare‘: ci si salverebbe solo andando in rifugi antiatomici e rimanendo chiusi lì per almeno 100 anni. Il riarmo nucleare è una scelta dei governi, non della società civile. Gli effetti catastrofici di questi armi sono conosciute da tutti, quindi dobbiamo scegliere con nettezza che tipo di futuro vogliamo per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti”.

La riconversione delle armi nucleari è possibile

Giuseppe Rotunno ribadisce con forza la necessaria scelta di procedere velocemente con la riconversione delle testate nucleari. Sull’esempio dell’accordo Russia-Usa con il programma ventennale Megatons to Megawatts “sappiamo che questo è possibile. Riconvertiamo allora queste armi e ricaviamone risorse per estirpare la fame nel mondo. Imbocchiamo la strada della riconversione delle testate nucleari in energia e risorse di pace. In questo l’Italia sia in prima linea, non possiamo lasciare un mondo in questo stato”. Ci piace concludere con un tweet di Papa Francesco: “L’uso di armi nucleari come pure il loro possesso è immorale. Cercare di assicurare la stabilità e la pace attraverso un falso senso di sicurezza e un ‘equilibrio del terrore’ conduce inevitabilmente a rapporti avvelenati tra i popoli e ostacola il dialogo“.