Emilio Fede condannato a 3 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta

Emilio Fede è stato condannato a 3 anni e mezzo di reclusione dal Tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta nell’ambito della vicenda legata al fallimento della società di Lele Mora (che ha già patteggiato) e del presunto dirottamento a suo favore di 1,1 milioni di euro della somma stanziata da Silvio Berlusconi per salvare la società dell’ex talent scout.

“E’ una sentenza che contesteremo perché assolutamente ingiusta. Emilio Fede in questa vicenda è totalmente estraneo e lo dimostreremo in appello” ha commentato a caldo l’avvocato Alessandra Guarini, legale di Fede. “Le testimonianze hanno provato l’innocenza di Fede ed è quindi sorprendente la condanna di Emilio Fede che ancora una volta arriva da un Tribunale di Milano”. Il legale ha annunciato l’impugnazione del verdetto che tra l’altro ha condannato Fede a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento, immediatamente esecutivo, di un milione 100 mila euro alla curatela del fallimento, parte civile nel processo.

Nella requisitoria il pm aveva affermato che la somma versata dall’ex premier era stata “distratta dal fallimento e divisa con Fede ma anche trattenuta da Mora” per i suoi “capricci inutili“. “Quel finanziamento – ha aggiunto – sarebbe servito per sanare la disastrosa situazione in cui versava l’impresa di Mora. Quei denari non dovevano essere dirottati in parte a Fede per i suoi buoni uffici presso Berlusconi. Non ne aveva diritto”.

Nel corso dell’arringa difensiva Guarini aveva invece ribattuto che “le somme ricevute da Lele Mora non sono entrate nel patrimonio dell’impresa e quindi non è configurabile la distrazione. E’ stata una scelta di Mora usare quelle somme in altro modo”. Il difensore ha aggiunto che “non c’è stato alcun patto con Fede, né alcun accordo” che possa far parlare di spartizione. “Non è vero che Fede svolse il ruolo di mediatore” con Berlusconi per far ottenere il finanziamento a Mora, ma ha “solo detto, quando aveva visto Berlusconi, che Mora era in gravi difficoltà“.