Emergenza freddo e senza dimora: l’azione di Ronda Carità a Milano

L'intervista di Interris.it a Magda Baietta, presidente e fondatrice di Ronda della Carità e della Solidarietà, in merito all'emergenza freddo per i senzatetto a Milano

© Ronda Carità e Solidarietà Milano

In Italia, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat, ci sono oltre 96 mila persone senza fissa dimora. Milano, in particolare, è la città con più senzatetto d’Italia e, con l’arrivo dell’inverno e del freddo pungente, la situazione rischia di diventare ancora più grave.

L’opera di Ronda della Carità

Ronda Carità e Solidarietà è un’associazione di volontariato che nasce nel 1998, con l’obiettivo di sostenere le persone senza dimora, in situazioni di povertà o di emarginazione estrema presenti sul territorio della città di Milano, attraverso svariate azioni di inclusione, come ad esempio un centro diurno, denominato “Punto Ronda” e le diverse unità mobili che, con la loro opera quotidiana, supportano le persone in difficoltà, mettendo al centro la tutela della loro dignità. Interris.it, in merito alle azioni introdotte da questa realtà per l’arrivo della stagione invernale, la presidente e fondatrice del gruppo Magda Baietta che, dal 1992, si occupa di soccorso e aiuto alle persone in condizione di fragilità sociale.

© Ronda Carità e Solidarietà Milano

L’intervista

Presidente Baietta, questo periodo dell’anno è fortemente contrassegnato dall’emergenza freddo. Come sta agendo Ronda della Carità per dare supporto ai senzatetto nella città di Milano?

“Il disagio per il freddo, nonostante i sacchi a pelo e le coperte termiche che vengono distribuite, è notevole e, chi vive in strada, rischia la vita. Noi, come di consueto, usciamo sempre quattro sere la settimana in ogni periodo dell’anno. Inoltre, in collaborazione con il comune di Milano e altre tre associazioni, andiamo in strada con una specifica unità diurna con cui, su segnalazione dello stesso comune, usciamo per intercettare i casi più gravi. In seguito, con il supporto e il sostegno degli educatori, li accompagnamo nello svolgimento di tutto l’iter necessario, in modo che, se lo vorranno, possano accedere a un dormitorio appositamente dedicato anche alle famiglie che hanno figli minori a carico. Il comune di Milano, attualmente, ha messo a disposizione dei posti letto e, tra questi, i posti riservati alle donne sono solamente 35, a fronte di un leggero aumento del numero delle donne che vivono per strada. I posti liberi per dormire quindi, al momento, sono ancora disponibili, ma c’è una parte di loro che non vi si vuole recare”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può supportare la vostra azione di inclusione?

“In futuro vorremo che si potesse dare delle possibilità alle persone per aiutarle maggiormente e fare dei progetti specifici affinché possano dormire in modo decente, fare una formazione perché, purtroppo, molte di queste persone non hanno un mestiere. Chi desidera aiutarci può farlo in diversi modi: venendo presso la nostra sede e facendo il volontario oppure facendo una donazione nelle diverse modalità indicate sul nostro sito”.