Sant’Eliseo: ecco cosa significa il suo nome

Sant’Eliseo, profeta dell’Antico Testamento, S. ELISEO Profeta dell’Antico Testamento Palestina, ?- Samaria (Palestina), 790 a.C. ca. Eliseo significa “Dio è mia salvezza”. La sua vita è descritta nel primo e nel secondo Libro dei Re, È figlio di Safat, ricco contadino della valle del Giordano. Viene scelto come successore del profeta Elia, al quale il Signore dice: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto» (IRe 19,16). Mentre Eliseo sta arando un campo con dodici coppie di buoi, sopraggiunge il profeta Elia, che gli chiede di seguirlo e gli getta addosso il proprio mantello. Eliseo lo segue senza esitazione: ne diviene discepolo e ne continua la missione. Vive con Elia in una comunità di profeti, Elia lo consacra suo successore prima di scomparire verso il cielo su di un carro di fuoco. Eliseo annuncia la potenza del Signore e compie nel suo nome azioni a vantaggio dei deboli e dei sofferenti. E’ grande taumaturgo tra i profeti dell’Antico Testamento. Alcuni suoi miracoli sono simili a quelli che compirà Gesù e hanno lo scopo di dimostrare la misericordia del vero Dio.

Aneddoti

• A Gerico riesce a rendere bevibili e potabili le acque della città, diventate salmastre.

• Con il mantello ereditato da Elia separa le acque del Giordano, tanto che riesce ad attraversarlo senza bagnarsi.

• Non solo riesce a far avere un figlio a una donna sterile, ma lo fa tornare in vita quando muore a causa di un’insolazione.

• Guarisce dalla lebbra il generale siriano Naaman facendolo bagnare nel Giordano.

• Rende commestibile del pane avvelenato. Moltiplica il pane per sfamare alcuni giovani futuri profeti. Un morto, venuto a contatto con le sue ossa, ritorna immediatamente in vita.

Morte

Muore dopo aver detto al re d’Israele Ioas, che lo supplica di chiedere al Signore di conservarlo in vita, che avrebbe sconfitto per tre volte la Siria. San Girolamo racconta di aver tato la sua tomba, molto venerata per i numerosi miracoli che vi accadono, Il suo sepolcro in Samaria viene violato da Giuliano l’Apostata, che ordina la distruzione delle reliquie di santi. Dal 1399 l’Ordine Carmelitano comincia a celebrare la sua festa, considerandolo secondo fondatore dopo Elia. Parte delle sue reliquie vengono portate a Scete in Egitto, a Costantinopoli e anche a Ravenna, dove sono andate disperse.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi