Elezioni in Francia: dopo la sconfitta Fillon passa la mano

“Alle elezioni legislative comincia una nuova battaglia, non ho la legittimità per condurla assieme a voi”. Francois Fillon, il candidato dei Republicains, escluso dal ballottaggio per le elezioni presidenziali in Francia anche a causa del “PenelopeGate“, ha deciso, a sorpresa ma non troppo, di farsi da parte e non sarà lui a guidare i gollisti alle politiche del prossimo mese di giugno. L’annuncio è arrivato durante il comitato esecutivo del partito che ha analizzato i risultati del primo turno del voto per l’Eliseo. I cui risultati definitivi vedono Emmanuel Macron al 23,75%, Marine Le Pen al 21,53%. A seguire Francois Fillon si attesta al 19,91%, Jean-Luc Melenchon al 19,64%, Benoit Hamon al 6,35%. Gli altri candidati: Nicolas Dupont-Aignan (4,75%), Jean Lassalle (1,22%), Philippe Poutou (1.10%), Francois Asselineau (0,92%), Nathalie Arthaud (0,65%) e Jacques Cheminade (0,18%).

Hollande con Macron

Continuano gli “endorsement” a favore del centrista Emmanuel Macron: lo spauracchio dell’ultradestra guidata da Marine Le Pen, nonostante posizioni più morbide rispetto a quelle del padre su alcuni punti, ha ricompattato tutte le altre forze politiche. L’unico ad aver lasciato libertà di scelta è il candidato della sinistra radicale, Melenchon, sicuramente deluso dal risultato delle urne. Anche il presidente uscente Hollande, dopo averlo fatto intendere in maniera implicita, ha dichiarato apertamente il suo sostegno a Macron.  “La presenza dell’estrema destra – ha detto Hollande parlando in tv dall’Eliseo – fa di nuovo correre un rischio alla Francia. La sua lunga storia, i suoi metodi, i legami con gruppi estremisti ovunque in Europa, ma soprattutto le conseguenze che avrebbe l’applicazione del suo programma sulla vita del nostro Paese”. Per questo “è impossibile tacere, non ci si può rifugiare nell’indifferenza, si impone la mobilitazione e la chiarezza, voterò Macron”. Anche il sindacato dei poliziotti, che conta circa 300.000 iscritti, ha invitato a non votare la candidata del Front National.

Le Pen agguerrita

Marine Le Pen, consapevole di dover scalare una montagna, non ha perso tempo e ha cominciato subito ad attaccare il suo avversario. Il fronte repubblicano è “marcio”, Macron “un debole”. Lo ha detto a Rouvoy, una cittadina del Pas de Calais, non lontano da Henin Beaumont dove la leader del Front Nationale ha festeggiato il risultato del primo turno. “Il vecchio fronte repubblicano è marcio – ha detto Le Pen – non lo vuole più nessuno. Si sono uniti attorno a Macron, mi viene quasi voglia di dire ‘tanto meglio'”, ha aggiunto.
Le Pen ha attaccato il suo avversario, definito “un debole, uno che si presenta alle elezioni presidenziali senza nessun programma per proteggere i francesi di fronte al pericolo del terrorismo islamista. Si tratta di un segnale inquietante”.

Dibattito in tv

Macron ha accettato il confronto diretto in televisione prima del ballottaggio: si farà il 3 maggio. Lo ha confermato il suo staff. Un atteggiamento ben diverso da quello di Chirac che nel 2002 rifiutò di partecipare al dibattito televisivo con Jean-Marie Le Pen, padre di Marine e fondatore del Front National. La sfida tv del 3 maggio, a 4 giorni dal voto per il secondo turno, sarà trasmessa in diretta e congiuntamente da Tf1 e France 2.

La posizione dei vescovi

La Chiesa cattolica ha scelto di non fornire indicazioni di voto per il ballottaggio ma ha richiamato alcuni “punti d’attenzione” su migranti ed Europa che di fatto rappresentano un assist a Macron, malgrado la sua apertura alla maternità surrogata per le donne single e le coppie lesbiche. “Elementi per il discernimento” li ha definiti il portavoce della conferenza episcopale, Olivier Ribadeau-Dumas, attingendo al libro bianco pubblicato a novembre che invitava i cattolici in Francia a ritrovare “il senso della politica”. Fra i sette punti indicati, alcuni sembrano tagliare fuori completamente un voto per Marine Le Pen, come l’accoglienza ai migranti: “Quando certi Paesi accolgono milioni di rifugiati, come può la Francia tirarsi indietro davanti alla prospettiva di accoglierne qualche decina di migliaia?” si chiedono i vescovi. E poi c’e’ l’Europa, cavallo di battaglia del candidato di En Marche! e bersaglio preferito del Front National e del suo progetto di Frexit: la Chiesa sostiene l’Unione europea, pur auspicando che rispetti “il fatto storico e culturale delle nazioni che compongono il continente” e che punti sul principio di sussidarieta”. Prima del voto, la stessa Le Pen si era detta “estremamente credente” ma “arrabbiata” con la Chiesa che si “immischia” sull’accoglienza ai migranti.

L’Europa sorride

La prospettiva di un successo di Macron, l’unico convinto europeista tra i candidati in lizza, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Bruxelles: l’Unione Europea non sopravviverebbe a un’uscita della Francia. Ma anche i mercati sembrano reagire positivamente: chiusura in netto rialzo per le borse europee. Le migliori Parigi, che sale del 4,14%, e Milano che avanza al livello record di +4,77%. Londra guadagna il 2,11%, rialzo record anche per Francoforte: il Dax segna in chiusura +3,37%. Euro in rialzo sul dollaro.

Il bilancio degli scontri

Intanto gli scontri che si sono registrati a Parigi dopo l’annuncio della vittoria di Marine Le Pen hanno causato sei feriti, tra cui tre membri delle forze dell’ordine. La polizia ha aggiunto che 140 persone sono state controllate e 29 sono gli arresti. Le manifestazioni in Piazza della Bastiglia e della Republique erano state convocate da movimenti antifascisti e anticapitalisti alle 18, due ore prima della chiusura dei seggi. Dopo i primi risultati sono stati esplosi numerosi petardi e danneggiate auto. Una quarantina le manifestazioni organizzate in tutto il Paese e anche in altre piazze si sono registrati alcuni disordini.