Carceri, l’appello di Antigone: “Mancano agenti ed educatori”

Antigone: "La differenza fra personale previsto ed effettivo è alta. Il XVII Rapporto sulle condizioni di detenzione intitolato "Oltre il virus"

Antigone lancia l’allarme sulla carenza di operatori nelle carceri italiane. Su un organico di 37.181 unità, evidenzia infatti il Rapporto annuale sulle condizioni di detenzione dell’associazione intitolato “Oltre il virus“, ad oggi sono 32.545 gli agenti di polizia penitenziaria realmente operativi. La differenza fra personale previsto e personale effettivamente presente è pari al 12,5%.

Dal 1998, l’Associazione Antigone è autorizzata dal Ministero della Giustizia a visitare i quasi 200 Istituti penitenziari italiani. Originariamente ogni due anni, ma dal 2007 ogni anno, Antigone redige un rapporto annuale sulle condizione di detenzione in Italia che è strumento di conoscenza per chiunque si avvicini alla realtà carceraria: media, studenti, esperti, forze politiche. Questo del 2021 è il 17° rapporto.

Il rapporto carceri di Antigone

La carenza di agenti rispetto all’organico – evidenzia il rapporto carceri – non è però equamente distribuita a livello nazionale. Ci sono provveditorati con un sotto organico superiore al 20%, come in Sardegna e in Calabria, e altri invece con un numero di unità effettive leggermente superiore al numero di quelle previste, come in Campania e in Puglia-Basilicata. Stessa carenza anche per gli educatori. Con un organico previsto di 896 unità, sono ad oggi – si legge nel rapporto – 733 i funzionari giuridico-pedagocici effettivamente presenti negli istituti penitenziari. Il sotto organico totale è pari a più del 18%, a fronte del 13,5% registrato a metà 2020. I provveditorati con carenze di organico più significative sono la Campania e l’Emilia Romagna-Marche.

“Oltre il virus”

“Questo XVII Rapporto di Antigone sulle condizioni detentive – scrive Antigone – arriva nel marzo 2021, all’alba della ‘terza ondata’ di pandemia. L’Italia ha superato la tragica cifra di centomila morti per Covid 19. Il Paese spera in un’accelerazione della campagna vaccinale che possa finalmente condurlo ‘oltre’ il virus. Anche le carceri italiane ed europee vogliono guardare ‘oltre’. É una simbolica coincidenza che questo Rapporto sia editato proprio nelle stesse ore in cui i vaccini varcano i cancelli delle prigioni e arrivino in quei luoghi fragili, di “umanità in eccesso”, di lavoratori e lavoratrici (poliziotti, educatori, direttori, operatori sanitari) che non si sono tirati indietro e hanno (fino ad ora) evitato che le carceri si trasformassero in lazzaretti manzoniani”.

“Antigone, il suo Osservatorio, vogliono dunque guardare oltre e provare ragionare, con il loro consueto sguardo critico, su cosa abbia insegnato la pandemia al sistema penitenziario. Ogni capitolo di questo XVII Rapporto ha esattamente questo intento: raccontare e riflettere su un mondo trasformato. Un sistema in cui la tecnologia era un tabù pericoloso e oggi sembra strumento irrinunciabile per garantire i diritti. In cui la scuola e le attività lavorative si sono troppo spesso bloccate e faticheranno a riprendersi. In cui la medicina d’emergenza ha soppiantato ogni timido tentativo di intervento preventivo. Un sistema in cui, soprattutto, neanche la pandemia ha saputo azzerare il sovraffollamento. E anzi, dove i numeri, nell’ultimo trimestre (dicembre 2020 – marzo 2021) sono tornati a salire. Lenti ma inesorabili. Sul piano istituzionale, abbiamo assistito ad un cambio di governo e all’insediamento di Marta Cartabia come nuova ministra della Giustizia. Il mondo garantista guarda con grande speranza a questa nuova stagione. Proprio in questo Rapporto parliamo infatti di come non vadano sprecati i fondi del piano Next Generation EU“.