Caso Dreamers, Trump: “Nessun ripensamento”. I vescovi Usa: “Mossa riprovevole”

Donald Trump tira diritto sulla revoca del programma varato da Barack Obama per i “Dreamers”, gli immigrati irregolari arrivati da bambini negli Stati Uniti insieme ai genitori. Sulla sua decisione, il presidente Usa assicura di non aver avuto “alcun ripensamento“. Una precisazione che segue il tweet in cui il leader della Casa Bianca sembrava disponibile a un passo indietro dopo le proteste esplose in numerose città americana. “Il Congresso ora ha sei mesi per legalizzare Daca (Deferred action for childhood arrivals ndr). Se non ci riesce, rivedrò questo problema” aveva scritto Trump. Ma, evidentemente, il senso di questa affermazione non è quello sperato dalle oltre 800 mila persone che ora rischiano l’espulsione dal Paese in cui sono cresciuti.

Una mossa, quella dell’ex tycoon, che la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha definito “riprovevole” e “straziante”. “Oggi la nostra nazione ha fatto l’opposto di come la Scrittura ci chiama a rispondere – si legge in una nota dei vescovi americani -. È un passo indietro dai progressi che dobbiamo fare come Paese”. Il testo della Conferenza Episcopale degli Usa è stato firmato dai presuli più rappresentativi della Chiesa Usa, tra i quali il presidente, il cardinale Daniel N. DiNardo di Galveston-Houston; il vice presidente mons. José H. Gomez di Los Angeles; mons. Joe S. Vásquez di Austin, presidente della Commissione per l’emigrazione; mons. Joseph J. Tyson di Yakima, Washington, presidente della sottocommissione per la pastorale dei migranti, dei rifugiati e dei viaggiatori. I vescovi hanno deplorato la decisione come “un momento che spezza il nostro cuore nella nostra storia, che mostra l’assenza di misericordia e di buona volontà, e una visione miope del futuro“.

Dopo l’abolizione dell’Obamacare, il ritorno a un sistema di approvvigionamento energetico basato sulle fonti fossili e l’annunciato addio alla Cop21 di Parigi, Trump mette un altro tassello nel processo di damnatio memoriae operato nei confronti del suo predecessore. Il quale, tuttavia, stavolta non è riuscito a tacere e ha definito come “sbagliata”, “autolesionista”, “crudele” e non “legalmente richiesta” la decisione dell’ex tycoon.