Anzio, individuati tre casi di Chikungunya: stop alle donazioni di sangue per 28 giorni

Tre casi d’infezione da Chikungunya riscontrati ad Anzio, in provincia di Roma. Il virus, provocato da punture di zanzare e portatore di sintomi quali febbre ad alta temperatura e dolori reumatici, sarebbe infatti stato riscontrato nelle analisi di tre persone senza che queste avessero effettuato viaggi all’estero nelle due settimane precedenti alla manifestazione dei primi sintomi. Le punture sarebbero quindi state ricevute da insetti presenti nella zona del litorale laziale, secondo quanto affermato in un comunicato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma. I tre ora sarebbero in buone condizioni ma le donazioni di sangue nella zona sono state bloccate per i prossimi 28 giorni.

Misure immediate

Un caso simile si era già verificato nel 2007, quando furono notificati i primi casi autoctoni nella regione Emilia-Romagna. Nella giornata di ieri, l’Istituto Superiore di Sanità aveva utilizzato “esche” per individuare le aree dove erano presenti le larve dell’insetto portatore del virus che, come detto, provoca forti dolori articolari, febbre alta ed evidenti eruzioni cutanee, anche se raramente sono stati riscontrati casi così seri da portare alla morte. A seguito dell’individuazione delle aree a rischio, è stata immediatamente predisposta la disinfestazione, con la Regione che ha inviato i Medici di Medicina generale nella zona, invitando chiunque manifesti i primi sintomi a recarsi presso le strutture ospedaliere.

Chikungunya, controlli e prevenzione in atto

I tre pazienti avrebbero riscontrato i primi segnali d’infezione da Chikungunya (estesa soprattutto in Africa e Asia) nel mese di agosto, anche se nessuno aveva effettuato viaggi al di fuori dei confini del Paese. Da qui l’ipotesi di contrazione del virus nella loro zona abitativa e la conseguente predisposizione di misure cautelative da parte di Asl e Regione. Le misure di controllo e di prevenzione sono state messe in atto con il Servizio Regionale per l’Epidemiologia, Sorveglianza e controllo delle Malattie Infettive della Regione Lazio e il supporto del Ministero della Salute, così come previsto nell’ambito del Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare.