Giovagnoli (Unicatt): “Il 25 aprile significa rinascita di pace e democrazia”

L'intervista di Interris.it al professor Agostino Giovagnoli in merito al significato del 25 aprile e al valore dei cattolici nella Resistenza

L’Anniversario della Liberazione d’Italia, noto anche come Festa della Liberazione, è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la fine dell’occupazione nazista e la definitiva caduta del regime fascista.

Il valore della Resistenza

La storia della Resistenza italiana è stata quella di un popolo, nei suoi vari aspetti culturali, sociali e politici. Alla stessa presero parte brigate di cattolici, monarchici e liberali, comunisti e socialisti tutti impegnati a combattere il fascismo. Era l’anima più vera e composita del popolo italiano che si sollevava in un grido di libertà.

I partigiani cattolici

l contributo cattolico alla Resistenza è stato estremamente significativo perché si è sviluppato anche al di fuori della Resistenza armata; creando quel tessuto di solidarietà che, grazie all’aiuto alla popolazione e ai partigiani, tra il 1943 e il 1945 ha svolto un ruolo decisivo nel raggiungimento della pace e nella creazione della futura classe dirigente ispirata ai valori del cristianesimo. Interris.it, in merito al significato del 25 aprile e al valore dei cattolici nella Resistenza, ha intervistato il professor Agostino Giovagnoli, docente ordinario di Storia contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore ed autore di molteplici pubblicazioni.

Teresio Olivelli, partigiano e beato (© Famiglia Cristiana)

L’intervista

Che cosa ha significato per l’Italia la liberazione del 25 Aprile 1945?

“La Liberazione del 25 aprile 1945 ha significato per l’Italia la fine dell’oppressione nazifascista. Il paese ha vissuto sotto una dittatura che è stata particolarmente dura nei confronti dei suoi oppositori, ho abbracciato l’antisemitismo nella sua fase finale e ci ha portato in una guerra disastrosa per tutti, innanzitutto per l’Italia stessa. Dunque, il 25 aprile significa rinascita, alla pace e alla democrazia Per un’Italia diversa che è nata in quel momento. In particolare, alla luce di ciò, i decenni successivi sono stati estremamente positivi e connotati da una grande collaborazione tra gli italiani, i quali hanno trasformato in profondità la società e l’economia dell’intero paese come non era mai accaduto nei secoli precedenti.”

Qual è stato il ruolo dei cattolici nella Resistenza?

“i cattolici hanno avuto un ruolo molto importante nella Resistenza. Hanno collegato quest’ultima alla pace. La Resistenza non è stata solo una lotta armata. Resistenza ha significato più complessivamente resistere in tanti modi diversi a una violenza che si esprimeva anche nella guerra a cui fascismo e nazismo hanno portato il mondo intero. Quindi, resistere al nazifascismo, significa anche fare guerra alla guerra. I cattolici sono coloro che lo hanno capito e detto di più e, non a caso, hanno usato di meno la violenza. Molte forme di partecipazione cattolica alla Resistenza sono state non violente, all’insegna della protezione della popolazione da parte di molti sacerdoti e diverse forme di sostegno ai partigiani. L’obiettivo, per i cattolici, era la fine della guerra e l’affermazione della pace.”

Che cosa insegna il 25 aprile ai giovani di oggi? Che importanza ha celebrarlo?

“Oggi il 25 aprile indica innanzitutto che un altro mondo è possibile. Si può essere una minoranza di fronte a forze schiaccianti ma, la speranza, la solidarietà con il prossimo e gli ideali possono vincere. Ciò è sempre vero e il 25 aprile ce lo ricorda. Sottolinea poi che, dal fascismo, dalla violenza e da altre tendenze simili, si esce cercando la pace e lottando per essa in modo solidale, non perseguendo esclusivamente il proprio interesse individuale o nazionale.”