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Nessun albero alle spalle, niente addobbi natalizi, niente cornici in bella posa. Occhi negli occhi con il suo popolo la Regina Elisabetta II, ma stavolta non c’è il Natale ad allietare gli animi dei britannici. Né una complicata avventura economico-politica come la Brexit a tenere banco, e nemmeno un inedito stravolgimento degli assetti regali in casa Windsor. E’ il coronavirus la ragione che ha spinto la sovrana a sedersi davanti a una telecamera per rivolgersi alla sua Nazione, così come a suo tempo fu la Seconda guerra mondiale a richiedere a suo padre, Giorgio VI, di assumere su di sé l’onere di parlare al suo popolo di quanto stava accadendo. E per accadere. Un evento raro il cosiddetto Queen’s Speech, appena quattro volte in 68 anni di regno per un’occasione che non fosse il Santo Natale. Quella del Covid-19, però, è qualcosa che lo richiede. Chiama la sovrana a una vicinanza imprescindibile per il popolo britannico che, in lei, continua a vedere la sua guida. E da lei, si aspetta le giuste parole di incoraggiamento: “Vi parlo in un momento di profondo sconvolgimento per il nostro Paese e voglio ringraziare tutti quelli che lavorano per sostenerci. Il loro duro lavoro ci riporterà alla normalità. Insieme vogliamo attaccare questa malattia. E insieme vinceremo e il merito sarà di tutti”.

Un augurio

E’ un discorso breve quello di Elisabetta II, in perfetto stile britannico. Distinto ed essenziale ma che mira al cuore di tutti i suoi sudditi, che lottano ogni giorno contro un male che, anche al di là della Manica, ha iniziato a crescere in modo imprevisto. Un virus riuscito a incunearsi perfino oltre la soglia di Downing Street, raggiungendo il premier Boris Johnson e due dei suoi ministri, come a dimostrare che nessuno è al sicuro e che la sfida imposta riguarda ognuno, uomo e donna, britannico o cittadino di altri Paesi. Per questo l’ondata del contagio non deve far vacillare né il coraggio del popolo britannico né il suo orgoglio per quanto è stato e verrà fatto per contrastare la comune minaccia:Dovremmo consolarci che mentre potremmo avere ancora molto da sopportare, torneranno giorni migliori: saremo di nuovo con i nostri amici; saremo di nuovo con le nostre famiglie; ci rincontreremo”.