Bus dirottato, i pm: “Sy voleva fare una strage”

Si rafforza ulteriormente la pista che attribuirebbe a Ousseynou Sy, l'autista del bus da lui sequestrato e incendiato a San Donato, il 20 marzo scorso, l'intento di voler fare una strage sulla pista dell'aeroporto milanese di Linate. Secondo quanto appurato nel corso delle indagini condotte dai carabinieri di Milano e coordinate dai pm Alberto Nobili e Luca Poniz, l'autista aveva girato anche una sorta di video proclama, nel quale inneggiava al panafricanesimo e al combattimento contro i governi corrotti, oltre che alla critica contro “la politica europea che sfrutta l'Africa”. Un filmato ritenuto non pubblicabile in quanto passibile di emulazione e odio: secondo l'imputazione a carico di Sy (che aveva tenuto in ostaggio 50 bambini, due insegnanti e una bidella), l'uomo avrebbe avuto “l'intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione”. Al senegalese sono inoltre contestate le accuse di lesioni a 17 bambini, non solo fisiche ma soprattutto emotive, attribuibili a traumi da stress e psichici da “violenza emotiva”.

Indagini

Negli ultimi due mesi, le indagini si sono concentrate sul passato di Sy e sull'individuazione di possibili elementi in grado di fornire una spiegazione a quanto accaduto a San Donato, quando l'uomo aveva dirottato verso Linate il bus scolastico con 50 bambini in gita lanciandolo a tutta velocità sulla superstrada e, successivamente, incendiandolo. Sy era stato fermato dai carabinieri, allertati da alcuni bambini presenti sul bus riusciti a nascondere o a recuperare di nascosto il proprio cellulare, dopo che il sequestratore li aveva requisiti.

I ragazzi eroi

A proposito dei ragazzi, sulla situazione di due di loro, Ramy Shehata e Adam El Hamami, si discuterà in Consiglio dei ministri, sul tavolo del quale dovrebbe arrivare la proposta di concedere ai due la cittadinanza per meriti speciali. Ramy e Adam, infatti, sono fra coloro che hanno allertato i soccorsi durante quei drammatici istanti, riuscendo in tal modo a scongiurare ulteriori pericoli per i loro compagni. Un gesto eroico che, secondo il ministro dell'Interno, Matteo Salvini (che li ha anche incontrati assieme ad altri due alunni, Fabio e Aurora), può valere loro la cittadinanza: “Ritengo che i giovani abbiano reso eminenti servizi al nostro Paese, per aver contribuito, con il proprio gesto di alto valore etico e civico, a sventare la tentata strage”.