Emailgate, il Dipartimento di giustizia Usa apre inchiesta sull’operato dell’Fbi

Torna sotto i riflettori il caso emailgate che durante la campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca ha messo in seria difficoltà Hillary Clinton. Questa volta però a finire nel mirino del Dipartimento di giustizia americano non è l’ex candidata democratica – sconfitta dal presidente eletto Donald Trump – ma il numero uno dell’Fbi, James Comey.

Il Dipartimento di giustizia Usa ha infatti deciso di aprire un’indagine per verificare l’operato dell’Fbi sulla vicenda, in particolare nel periodo a ridosso del voto. L’ispettore generale Michael Horowitz dovrà valutare come i vertici dell’agenzia federale hanno gestito il caso e se abbiano deciso di riaprirlo alla vigilia dell’Election Day in base a considerazioni corrette o errate. O addirittura motivate politicamente.

Il riferimento è soprattutto alla lettera che il direttore del Federal Bureau, James Comey, inviò al Congresso undici giorni prima del voto per comunicare la riapertura dell’inchiesta sulla ex first lady, dopo il ritrovamento di sue nuove email nell’ambito di un altro caso: quello sugli scatti osé di Anthony Weiner, ex marito di Huma Abedin, braccio destro di Hillary.

La decisione del Dipartimento di giustizia, guidato da Loretta Lynch, nasce dalle accuse di cattiva condotta da parte dei vertici dei federali mosse da diversi membri del Congresso e da privati cittadini. Lo scandalo delle email scoppiò prima della candidatura della Clinton alla Casa Bianca. L’accusa nei confronti della ex first lady era di aver utilizzato quando era segretario di stato un server privato di posta elettronica, installato nella sua residenza nello stato di New York, mettendo così a rischio la sicurezza nazionale. Le indagini dell’Fbi si erano però concluse stigmatizzando la cattiva gestione delle email da parte della Clinton ma senza che fossero stati individuati reati.