Strage di bambini per la difterite

Nello Yemen è in corso la peggiore epidemia di difterite dal 1989. I casi sospetti di contagio sono già oltre 700, con più di 45 bambini che hanno già perso la vita. Save The Children sottolinea che il bilancio “è destinato ad aggravarsi se non verrà rimosso il blocco navale imposto dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che impedisce l’ingresso nel Paese di rifornimenti vitali come cibo, medicine e carburante”. Blocco che a dicembre è stato parzialmente rimosso, anche se – rileva l'organizzazione – le importazioni mensili di carburante e generi alimentari in Yemen resta ben al di sotto dei livelli necessari per sostenere il fabbisogno della popolazione.

Per arginare il diffondersi di questa malattina – spiega Save The Children – gli operatori umanitari sul campo “stanno cercando di fare di tutto”. Il picco principale della diffusione si è registrato “nel mese di novembre e che nella sua forma respiratoria si rivela fatale nel 5-10% dei casi“. Il rischio di trasmissione della difterite respiratoria – aggiunge Save The Children – “che può avvenire per via aerea o tramite contatto fisico ravvicinato, è tuttavia molto alto”.

I governatorati più colpiti sono quelli di Ibb e Hodeidah, dove Save The Children ha allestito strutture per il trattamento e unità d’isolamento per cercare di arrestare la diffusione di questa infezione mortale e di curare le persone colpite. “La carenza di carburante ha provocato l’innalzamento dei prezzi e ha portato al raddoppio del costo del trasporto pubblico, impedendo di conseguenza a molte persone ammalate di raggiungere le poche strutture sanitarie ancora funzionanti”, si legge in una nota dell'organizzazione.

“Questa situazione – ha dichiarato Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen – è l’ennesima dimostrazione di quanto questa guerra sia devastante. L’epidemia di colera ha già colpito più di un milione di persone e ora ci troviamo a fare i conti con una malattia ancora più letale. Due malattie, il colera e la difterite, che potrebbero essere facilmente evitate grazie all’igiene, all’assistenza sanitaria di base e ai vaccini”.