Equal Care Day: a difesa del creato e delle creature

Il senso della Giornata che si celebra oggi secondo la studiosa statunitense Joan C. Tronto, docente di scienze politiche

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Foto di Markus Spiske su Unsplash

La difesa della terra coincide con quella dei suoi abitanti. A spiegare il senso della Giornata che si celebra oggi è la politologa statunitense Joan C. Tronto. “C’è un modo per trasformare il nostro mondo– spiega la docente di scienze politiche-. Richiede che ci impegniamo nuovamente a prenderci cura di noi stessi e degli altri. Accettando e ripensando le nostre responsabilità di cura e fornendo risorse sufficienti per la cura. Se siamo in grado di fare questo, allora saremo in grado di aumentare i livelli di fiducia. Ridurre i livelli di disuguaglianza. E fornire una vera libertà per tutti”.   La Giornata della Cura è promossa dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, Rete Nazionale delle Scuole di Pace. Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, Provincia di Perugia, Comune di Roma, Perugia, Padova, decine di altri comuni e enti locali per la pace in collaborazione con Equal Care Day 2024.

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Foto di Ivars Utināns su Unsplash

Difesa dell’ambiente

La Giornata della Cura delle persone e del pianeta è promossa in occasione dell’Equal Care Day. Una iniziativa avviata nel 2016 da una rete tedesca di persone e associazioni. Che vuole promuovere la rivalutazione e un’equa ripartizione dei lavori di cura nella nostra società. Il modello è la Laudato si’. L’enciclica che rappresenta un punto di svolta nell’insegnamento sociale della Chiesa, soprattutto dal punto di vista della tematica ambientale. A metterlo nero su bianco conversando con Rita Salerno è Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali. Secondo cui  “gli interventi dei predecessori di papa Francesco mettevano l’accento sulle conseguenze nefaste del deterioramento ambientale. E quindi puntavano su raccomandazioni tese a migliorare o ridurre gli effetti negativi. Francesco, invece, va all’origine del problema. Chiedendosi come mai si è arrivati a questo punto, considerando che il fenomeno era già stato previsto in tutte le sue dimensioni da oltre un secolo“.

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Foto di NASA su Unsplash

Impostazione

Per papa Francesco quanto sta accadendo è conseguenza di una impostazione scientifica e culturale in ambito socio-economico che considera la natura come mera fonte inesauribile di risorse e di materie prime. La tesi del Pontefice mira a mettere in crisi l’approccio fin qui adottato dalle nazioni nei confronti dell’ambiente. “Per oltre un secolo – spiega il professor Zamagni – è prevalsa una teoria economica secondo cui l’importante era sfruttare razionalmente la natura ricorrendo a sistemi correttivi come il riciclo o l’eliminazione degli sprechi. Il Papa, invece, sostiene che sono misure inutili o peggio hanno aggravato la situazione. Perché invece occorre stabilire una alleanza tra natura e cultura. Cioè, tra l’ambiente variamente inteso e le comunità sulla terra. Guardando alla natura non come una mucca da mungere, ma come partner indispensabile per lo sviluppo umano integrale. Diminuire produzione e consumo di beni privati e pubblici per aumentare invece quelli di beni relazionali e comuni”.

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Foto di Olena Bohovyk su Unsplash

Razionalità

Prosegue l’economista: “Non ci rendiamo conto che le ripercussioni di un mancato cambiamento di prospettiva comporta danni anche alla nostra salute. Per esempio, non coltiviamo abbastanza beni relazionali come l’amicizia o la famiglia”. Il Papa afferma che invece l’uomo, preso da stupidità unita a estremo egoismo, pensa di soddisfare le sue esigenze aumentando il consumo di beni privati: cibo, automobili e via di questo passo. Tutto questo peggiora l’equilibrio ambientale. L’enciclica, da questo punto di vista, ha e avrà ancora molto da dire. Ma occorre spiegare che cosa il Papa vuole proporre. Non è un problema di razionalità, ma di etica delle virtù. Si deve cambiare il modo di concepire l’esistenza. Si svolge oggi, dunque,  la terza Giornata nazionale della Cura delle Persone e del Pianeta. Un giorno dedicato alla riscoperta del valore alla “cura di noi e degli altri, della città e del pianeta in cui viviamo”. In un tempo in cui siamo costretti a soffrire le conseguenze di decenni di incuria “dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del prendersi cura capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono”, afferma Papa Francesco.

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Foto © VaticanMedia

Difesa del pianeta

“Oggi migliaia di studenti e insegnanti, di 126 scuole di 109 città, usciranno dalle loro aule per andare a conoscere e ringraziare le persone che si prendono cura di noi e degli altri nei loro luoghi di lavoro e volontariato. pronto soccorso, ospedali, case per anziani, centri specializzati di cura, mense, empori Caritas, centri di accoglienza dei migranti, centri antiviolenza e case delle donne ma anche sedi della rai, comuni, province, tribunali, librerie- spiegano gli animatori dell’Equal Care Day- Alcuni studenti e insegnanti faranno esperienza diretta di cura degli altri o dell’ambiente. Ad esempio servire ad una mensa per i poveri e senzatetto, ripulire, riordinare e abbellire uno spazio pubblico segnato dall’incuria, dall’abbandono o dall’inverno. Altri ancora costruiranno la mappa della città della cura andando a scoprire e illuminare” le persone, le pratiche e i luoghi di cura del territorio che contribuiscono al nostro benessere personale e collettivo“.

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Foto di 81349 da Pixabay

Programma

I partecipanti alla Giornata promuoveranno la cultura della cura raccontando in tempo reale, sui social network, gli incontri, le cose viste e sentite, amplificando così le voci e le storie delle persone incontrate, le loro attività e le loro idee sulla cura #iohocura. La cura è un diritto umano, costituzionale e universale, che va rispettato, attuato, organizzato e finanziato. “Pensiamo alla cura degli ammalati e della salute di tutte e di tutti. Pensiamo alla cura dei più piccoli e delle giovani generazioni – precisano i promotori del programma di  iniziative -. Pensiamo alla cura dei più fragili e vulnerabili, degli anziani e delle persone e famiglie in difficoltà economiche. Pensiamo alla cura delle donne vittime di tante violenze e discriminazioni. Pensiamo alla cura del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. Pensiamo alla cura della nostra economia, delle nostre città e quartieri, dell’ambiente e dei beni comuni che non sono solo nostri. Pensiamo ai popoli in guerra, a Gaza, in Ucraina e nel resto del mondo, ai migranti. Alle persone perseguitate dall’oppressione, dalla miseria e dalle catastrofi ambientali”.

Foto di suraj kardile su Unsplash

Percorso

La Giornata della Cura delle persone e del pianeta è parte integrante del Programma Nazionale di educazione civica “Trasformiamo il futuro. Per la pace-Con la cura 2023-2024” che si propone di educare le giovani generazioni alla cura come strumento concreto di pace e di trasformazione del futuro. Questo percorso didattico è a sua volta parte del Decennio della Cura (2020-2030) promosso dalla Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace. Papa Francesco incontrerà gli alunni, i docenti e i dirigenti scolastici coinvolti in questo percorso venerdì 19 aprile 2024 nell’Aula Paolo VI. A questo straordinario evento parteciperanno anche gli amministratori locali, i rettori e i docenti universitari firmatari del “Patto di Assisi”. Per promuovere l’educazione alla cura, la Rete nazionale delle scuole di pace ha ideato e messo a disposizione delle scuole il “Quaderno degli esercizi di cura”, un originale strumento didattico di educazione civica con cui sviluppare tutti gli elementi essenziali della cura. L’attenzione, il rispetto, la responsabilità, la presenza, l’ascolto, la comprensione. L’empatia, l’uso delle parole, il dono, la generosità e il coraggio.