“Diario di Classe”, un fumetto speciale che aiuta l’inclusione scolastica

L'intervista di Interris.it alla dott.ssa Chiara Ercolani, contest strategist di Fondazione Mission Bambini

I dati dicono che la percentuale di abbandono scolastico complessivo per la scuola secondaria di I grado è stata dello 0,64% (pari a 10.938 alunni); mentre per la scuola secondaria di II grado questo dato ammonta al 3,79% (pari a 98.787 alunni).  In totale, dunque, sono circa 110.000 gli studenti che abbandonano annualmente la scuola italiana, oltre a quelli che si perdono nel passaggio dal primo al secondo ciclo (dati Ministero dell’Istruzione e del Merito 2021).

L’azione di Mission Bambini

Mission Bambini opera da ventidue anni nell’ambito del sostegno all’infanzia in difficoltà. In particolare, in oltre due lustri di attività ha aiutato 1,4 milioni di bambini, grazie a oltre 1.900 progetti in Italia e in altri 74 Paesi del mondo. Due sono gli ambiti principali di intervento, attivi sia in Italia che all’estero. Nello scorso mese di marzo, con l’obiettivo di intensificare l’azione nell’ambito della tutela dell’infanzia in difficoltà, ha preso vita la campagna “Diario di Classe”, operante in alcune città italiane. Interris.it, in merito a questa iniziativa, ha intervistato la dott.ssa Chiara Ercolani, Content Strategist di Fondazione Mission Bambini.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha la campagna “Diario di Classe” di Fondazione Mission Bambini?

“La campagna ‘Diario di Classe’ è nata con l’obiettivo di raccogliere i vari progetti che Mission Bambini porta avanti all’interno del mondo scolastico. Abbiamo però deciso di farlo attraverso le voci dei protagonisti e dei beneficiari delle diverse progettualità in atto, quindi bambini e ragazzi. In particolare, attraverso tale campagna, abbiamo dato voce alle emozioni e ai sentimenti degli studenti delle scuole primarie e secondarie che partecipano alle attività della fondazione in sette istituti scolastici nelle città di Milano, Padova e Napoli. Inoltre, gli otto fumetti, sono il frutto anche della delicata mano della giovane illustratrice Susanna Morari che, attraverso il linguaggio delle immagini, cerca di rielaborare e dare forma alle esperienze dei bambini. La finalità è quella di realizzare un racconto collettivo attraverso un ‘Diario di Classe’ che, sulla falsariga di quello personale degli alunni, in questo caso viene condiviso e raccoglie le testimonianze di più ragazzi e ragazze, accogliendo le loro preoccupazioni legate al mondo della scuola”.

Quali sono le azioni alla base di Fondazione Mission Bambini per il contrasto alla povertà educativa e della dispersione scolastica?

“Il progetto ‘Diario di Classe’ si fa specchio e cerca di raccontare i vari progetti che, abbiamo all’attivo in questi ambiti. Il primo di questi si chiama ‘Stringhe – Piccoli numeri in movimento’ da cui viene il primo racconto di ‘Diario di Classe’ ed un progetto selezionato dall’impresa sociale ‘Con i Bambini’ nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Si tratta del primo progetto in Italia che unisce l’educativa digitale e motoria ed è rivolto ai bambini dai cinque agli undici anni di età che vivono in contesti di fragilità delle periferie di Milano, Napoli e Catania. Tale progettualità è realizzata prevalentemente in collaborazione con il sistema scolastico e prevede l’introduzione di attività che si basano sull’uso del coding e della robotica per la psicomotricità e l’attività sportiva. Oltre a ciò, abbiamo la linea di intervento finalizzata alla prevenzione della dispersione e dell’abbandono scolastico, in cui cerchiamo di accompagnare i ragazzi allo studio, all’orientamento e all’empowerment, affiancando nel processo genitori e insegnanti.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro per la campagna “Diario di Classe”?

“È una campagna in cui è stato scelto il fumetto con l’obiettivo di far comprendere a tutti i nostri progetti dell’area scuola che, grazie alla creatività di Susanna Morari, riesce a rielaborare concetti, esperienze, sentimenti ed emozioni dei ragazzi in maniera creativa, senza banalizzarli. Desideriamo che, questa campagna, arrivi a tutti”.