Milleproroghe, chiesta fiducia. Incognita decreto sicurezza

Chiesta la fiducia alla Camera sul decreto legge Milleproroghe. Lo ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà questa mattina, aggiungendo le dichiarazioni di voto sulla fiducia avranno inizio domani alle 8:30, alle 10:10 sono previste le votazioni, mentre l'ultima chiamata è prevista alle 11:30. La maggioranza attende di vedere chi, tra le forze di opposizione, sarà assente nel voto di domani a un decreto che ha sempre più assunto i contorni di un omnibus, contenente le norme più disparate, dalla Rc auto familiare alla stabilizzazione del personale medico, dalle regole sull'utilizzo dei monopattini elettrici agli stanziamenti per gli autobus di Roma. 

Riscrivere il decreto sicurezza?

Oltre al decreto, da Palazzo Chigi si palesa l'intenzione di riscrivere il decreto sicurezza entrato in vigore nella precedente legislatura. In esame sarebbero, infatti, le criticità sollevate, come l'aumento degli stranieri irregolare e la cancellazione della protezione umanitaria. Non c'è ancora un testo, nonostate il Corriere già ieri ne anticipasse l'uscita, ma la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, annuncia che il testo sta prendendo forma. Da tempo, Lamorgese ha coinvolto l'ufficio legislativo del Viminale a una bozza di provvedimento, sebbene sia comunque necessaria l'approvazione delle forze politiche che, in seno alla maggioranza, hanno comunque sensibilità diverse sul tema. Fra tutti, il Partito Democratico chiede una netta virata rispetto al decreto Salvini, auspicando un forte punto di discontinuità. 

Immigrazione al centro

Su alcuni di essi è quasi certo un consenso, come nel caso della cancellazione della maxi-multa da un milione di euro alle navi che violano il divieto d'ingresso nelle acque italiane – la multa verrebbe ridimensionata, da 10mila a 50mila euro. Quasi unanime anche l'ampliamento della tipologia dei permessi speciali, di modo da poter frenare la crescita del numero di irregolari dovuta alla cancellazione della cosiddetta “protezione umanitaria”. Italia Viva e Liberi e Uguali hanno anche chiesto di rivedere gli accordi con la Libia: segno che sicurezza e immigrazione sono ancora temi caldi del governo e fare un passo avanti potrebbe essere visto da altri come un dietro front.