LA SCOPERTA DI TRE STELLE ANTICHISSIME APRE NUOVE IPOTESI SULLA DARK AGE DELL’UNIVERSO

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La scoperta di tre stelle antichissime, con un’età di 13 miliardi di anni, apre ipotesi sulle primissime fasi evolutive dell’universo, la cosidetta dark age (epoca oscura) rivoluzinando – almeno in parte – le nostre idee sull’universo primordiale. La scoperta va attribuita ad un team internazionale, guidato dall’italiano Piercarlo Bonifacio dell’Osservatorio di Parigi. I tre antichi astri sono stati individuati esaminando con il Very Large Telescope dell’Eso un campione di 183.000 stelle appartenenti al catalogo Sloan Digital Sky Survey.

Sono caratterizzate da un’ elevata quantità di carbonio, mentre la quantità di ferro che contengono è centomila volte inferiore a quella del Sole. Inoltre al loro interno non è stata rilevata nessuna traccia di litio, il terzo elemento più leggero, dopo idrogeno ed elio, che secondo le teorie più recenti si sarebbe dovuto formare dopo il Big Bang. Le stelle scoperte dalla squadra di ricercatori guidata da Bonifacio, sono vecchissime e perfettamente collocabili nell’epoca oscura, ma hanno una massa più piccola di quella del nostro Sole.

“La sola esistenza di quete stelle dimostra che il meccanismo di formazione delle primissime generazioni stellari deve necessariamente portare anche all’origine di stelle di piccola massa, come il nostro Sole, – spiega Piercarlo Bonifacio – e anche più piccole, già nell’epoca oscura, cosa che non ci aspettavamo fosse possibile”. La mancanza di litio in queste stelle e la loro dimensione, più piccola di quella di altre stelle formatesi nella stessa epoca, rendono ancora più affascinante lo studio di astri che hanno avuto origine all’alba del nostro universo.