Istat: crollo dei prezzi dell’industria ad aprile

La diminuzione del costo dell’energia ha inciso in maniera determinante sulle rilevazioni trimestrali

Operaio al lavoro. Immagine di repertorio. Foto di Henk Mul su Unsplash

Le rilevazioni dell’Istat hanno sancito una diminuzione dei prezzi della produzione dell’industria per un ammontare del 4,8% su base mensile e dell’1,5% su base annua.

I dati dell’Istat

Ad aprile i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 4,8% su base mensile e dell’1,5% su base annua (era +3,7% a marzo). Lo comunica l’Istat sottolineando che è il quarto decremento congiunturale e il primo annuale. Inoltre, nel trimestre febbraio-aprile 2023, rispetto al trimestre precedente, i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 7,7% (-10,0% sul mercato interno, variazione nulla sul mercato estero). “Alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas”, sottolinea l’Istat. Sul mercato interno – prosegue l’Istat – i prezzi diminuiscono del 6,5% rispetto a marzo e del 3,5% su base annua (da +3,0% del mese precedente). Al netto del comparto energetico, i prezzi non variano in termini congiunturali e registrano una crescita tendenziale in rallentamento (+4,4%, da +6,5% di marzo). Sul mercato estero i prezzi diminuiscono su base mensile dello 0,1% (-0,2% per l’area euro, stabili per l’area non euro) e crescono su base annua del 3,3% (+2,7% area euro, +3,7% area non euro).

Le rilevazioni del mese di aprile

Nel mese in esame, si rilevano incrementi su base annua per quasi tutti i settori manifatturieri: i più marcati riguardano industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2% mercato interno, +8,7% area euro, +9,4% area non euro), articoli in gomma e materie plastiche (+9,6% mercato interno, +7,5% area euro, +4,3% area non euro), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,7% mercato interno) e computer e prodotti di elettronica e ottica (+13,0% area non euro). Cali tendenziali su tutti e tre i mercati si registrano per coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,3% mercato interno, -4,1% area euro, -11,3% area non euro) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-4,4% mercato interno, -8,8% area euro, -7,5% area non euro). Sul mercato interno, si amplia la flessione tendenziale dei prezzi per attività estrattive (-44,5%) e fornitura di energia elettrica e gas (-21,4%). Sempre ad aprile, i prezzi alla produzione delle costruzioni per “edifici residenziali e non residenziali” crescono dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (da +2,5% di marzo). Anche i prezzi di “strade e ferrovie” crescono dello 0,2% su base mensile e registrano un incremento tendenziale dello 0,7% (era +3,5% il mese precedente).

La produzione industriale

“I prezzi alla produzione dell’industria segnano il quarto decremento congiunturale consecutivo, per altro marcato, e per la prima volta, dopo oltre due anni di crescita, flettono su base annua. Alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas. Al netto della componente energetica, i prezzi sono stazionari su base mensile e crescono su base annua del 4,2% (da +6,2% di marzo). Nel comparto manifatturiero, si confermano in flessione su base annua i prezzi per coke e prodotti petroliferi raffinati e metallurgia e prodotti in metallo e, con pochissime eccezioni, si registrano rallentamenti nella crescita tendenziale dei prezzi per tutti gli altri settori, su tutti e tre i mercati di riferimento. Per le costruzioni, sia edifici sia strade, i prezzi registrano rialzi congiunturali contenuti e una crescita tendenziale in ulteriore e marcata decelerazione”, commenta l’Istituto di statistica. Il fatturato dell’industria rallenta la crescita, a marzo +4,3% su anno. A marzo l’Istat stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca su base mensile dello 0,3%, sintesi di una flessione del mercato interno (-0,5%) e di un leggero aumento del mercato estero (+0,1%). Corretto per gli effetti di calendario il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 4,3% (rispetto al 7,2% di febbraio), con incrementi del 4,3% sul mercato interno e del 4,1% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 23 come a marzo 2022. Mentre il volume del fatturato del comparto manifatturiero, sempre corretto per gli effetti del calendario, diminuisce in termini tendenziali dello 0,4% (+4,5% in valore) Quanto al primo trimestre, l’indice complessivo è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+1,0% sul mercato interno e -1,5% su quello estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a marzo gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale per i beni strumentali e per l’energia (+1,2% in entrambi i casi), mentre registrano una flessione i beni di consumo (-0,3%) e i beni intermedi (-1,7%).

Fonte: Ansa