LO SCONTRO TRA IRAN E ARABIA FA SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO

Sale ancora la tensione tra Arabia Saudita e Iran, dopo che nelle scorse ore Riad ha rotto i rapporti diplomatici con Teheran ed evacuato il proprio personale nel paese. Alla base di questa nuova crisi, c’è stata l’esecuzione da parte dell’Arabia Saudita di 47 presunti terroristi, tra cui il leader religioso sciita Nimr Baqer al Nimr. La tensione fra i due stati ha fatto si che il prezzo del petrolio è in rialzo a 38,22 dollari per il barile Wti e a 38,50 dollari per il Brent. Anche l’oro  avanza dello 0,5% in Asia, con l’acuirsi della tensione tra Arabia Saudita a Iran. A Teheran, numerosi manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro le azioni di Riad, prendendo d’assalto l’edificio dell’ambasciata saudita.

Alcuni scontri si sono verificati anche a Mashhad, dove è stato preso d’assalto il consolato saudita e ammainata la baindiera. Dura la replica del portavoce del Ministro degli Esteri saudita Osama Naqli: “Gli attacchi contro l’ambasciata saudita a Teheran sono iniziati dopo l’annuncio delle sentenze. Non è la prima volta in cui le missioni diplomatiche saudite a Teheran e Mashhad sono state attaccate senza alcun intervento da parte delle autorità iraniane”. Il segretario ha poi espresso gratitudine agli Emirati Arabi Uniti per l’assistenza nell’evacuazione e per aver facilitato il rientro sicuro dei cittadini sauditi nonostante “gli ostacoli da parte delle autorità iraniane”.

“L’Arabia Saudita – ha di risposto l’ayatollah Ali Khamenei – si troverà di fronte a una vendetta divina per l’esecuzione del religioso sciita”. Immediata la reazione di Bruxelles, dove l’alto rappresentante Ue, Federica Mogherini ha esortato: “E’ in gioco la sicurezza e la stabilità di tutta la regione, che sta già affrontando grandi minacce. Nessuno sforzo deve essere risparmiato da tutte le parti per mantenere la situazione sotto controllo e per evitare che crescano le tensioni settarie”.