Crisi umanitaria in Ucraina, una tra le più gravi del mondo

Foto di Max Kukurudziak su Unsplash

A che punto è la notte? Difficile dirlo in Ucraina, dove la luce di un’alba di pace sembra allontanarsi sempre di più. Dopo due anni di guerra la situazione umanitaria è peggiorata e lo scontro sul terreno prosegue senza soluzione di continuità. Alla luce dei recenti fallimenti delle controffensive di Mosca e Kiev, diversi esperti e persino membri della Nato hanno avvertito che la guerra potrebbe durare anche un decennio.

Il fronte occidentale che sostiene l’Ucraina potrebbe avvertire più difficoltà a sostenere lo sforzo bellico per così tanto tempo, le democrazie devono fare i conti con opinioni pubbliche stanche del conflitto e non possono riconvertire un’economia liberare al servizio della produzione di armamenti come ha invece fatto la Russia. Ma allo stesso tempo gli Stati Uniti e la Nato non possono permettersi una sconfitta dopo quanto è stato investito in termini economici ma anche di credibilità delle proprie capacità strategiche e tecnologiche.

Insomma sull’Ucraina si gioca un braccio di ferro per gli equilibri mondiali che nessuno vuole perdere, il tutto sulla testa di una popolazione martoriata, impoverita e divisa dal dolore dei lutti e dall’odio provocato dalle violenze. Sul fronte umanitario c’è una situazione catastrofica che non ci stancheremo mai portare alla luce affinché sia messa in cima alle agende delle principali cancellerie e sia considerata in qualsiasi riflessione programmatica si faccia riguardo al conflitto.

Non si può parlare di linea del fronte, pacchetti di aiuti militari (mezzi, armi e munizioni), offensive, incursioni e bombardamenti senza tenere in conto la sofferenza della popolazione. Altrimenti tutto rischia di essere risucchiato dalla propaganda che viene esercitata da entrambi i fronti. Basta dire che dopo due anni non esistono dati ufficiali sul numero di soldati uccisi o feriti, né da parte di Kyiv, né di Mosca. L’unica stima affidabile è quella dei civili ucraini uccisi che sono più di 10mila, di cui circa 600 minori, cifra confermata anche dalle Nazioni Unite.

Secondo alcune organizzazioni indipendenti il numero di soldati ucraini uccisi potrebbe superare le 30mila unità, più numerose le perdite russe che si attesterebbero ad almeno 60mila soldati uccisi, meno verosimile la stima del ministero della difesa americano che parla di 315mila soldati russi morti nel conflitto in Ucraina.

Questa scia di sangue e distruzione ha provocato oltre 6 milioni di profughi ucraini fuggiti in prevalenza nei paesi europei e circa 5 milioni di sfollati interni che per vari motivi hanno dovuto abbandonare le loro case. Il quadro descritto dalle due organizzazioni Caritas locali – Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina – alla vigilia del secondo anniversario della guerra è desolante. “Il 40% della popolazione ucraina ha bisogno di assistenza umanitaria. Nell’est e nel sud, compresi i territori sotto il controllo temporaneo della Federazione Russa, milioni di persone non dispongono di acqua, cibo, assistenza sanitaria, alloggi, protezione e altri servizi e forniture essenziali in misura adeguata”, spiegano le due organizzazioni che hanno fornito assistenza umanitaria a più di 3,8 milioni di persone negli ultimi due anni. Caritas sta preparando un piano di risposta a lungo termine nonostante le difficoltà e le incertezze causate dal protrarsi del conflitto.

Secondo gli esperti, la guerra potrebbe durare un decennio. Dobbiamo essere pronti a fornire assistenza a lungo termine per affrontare la significativa crisi umanitaria in corso in Ucraina, che in definitiva colpisce tutta la comunità globale“, ha spiegato padre Vyacheslav Grynevych, direttore esecutivo Caritas-Spes Ucraina.

Sulla stessa linea la fotografia offerta dalla Federazione internazionale della Croce Rossa, secondo cui la crisi umanitaria in Ucraina resta tra le più gravi al mondo. Nella nota diffusa per il secondo anniversario del conflitto, Croce Rossa riferisce che “non solo molte persone hanno perso i propri cari, la casa, i mezzi di sussistenza, le possibilità di lavoro e i risparmi, ma milioni di ucraini adesso hanno finito i risparmi e sono costretti a indebitarsi per sopravvivere”. Oltretutto siamo “in un momento in cui i programmi di intervento umanitario stanno calando per mancanza di fondi o sono già finiti del tutto”. “Dopo due anni di guerra, di incertezza economica e di inflazione, i risparmi delle persone sono finiti”, spiega Birgitte Bischoff Ebbesen, direttrice per l’area Europa della Federazione internazionale della Croce Rossa.

Questa disperazione sta scavando trincee sempre più profonde tra i cuori delle persone. Una nuova cortina di ferro sempre separare il popolo russo dal resto dell’Europa. I cattolici e i cristiani in generale dovranno giocare un ruolo strategico per la riconciliazione nel vecchio continente ma prima ogni sforzo dovrà essere indirizzato a fare in modo che smettano di parlare le armi.