La Pasqua: strada per riformare la coscienza

A sinistra: il cardinale Edoardo Menichelli - Foto © Avvenire A destra: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La parola Pasqua nel suo significato più semplice e originario significa “passaggio”. Per viverla bene occorre fare, agire e determinarsi a compiere alcuni passaggi. Proviamo a individuare e sceglierne alcuni utili a comprendere e dare senso alla nostra vita. Il primo passaggio che mi permetto di suggerire è molto semplice: la Pasqua non è qualcosa da infiocchettare, non è un abbellimento stagione. La Pasqua è un evento che si è piazzato nella storia. Dio attraverso la Pasqua stabilisce quell’alleanza definitiva e misericordiosa di cui l’umanità ha bisogno per ritrovare il Padre. Il secondo passaggio ci aiuta a comprendere l’amicizia, il nuovo rapporto di paternità e figliolanza tra noi e Dio che consiste nel riconoscere che il crocifisso risorto ha un nome: Gesù Cristo. Ed è una persona che dona e interroga. Salva e coinvolge. Propone e ci invita. Il terzo passaggio si realizza nel vedere nella Pasqua, cioè nell’evento della morte e resurrezione di Gesù Cristo, il grande mistero di cui l’umanità ha bisogno: il mistero della misericordia e del perdono che sono la grazia più necessaria per i grandi squilibri dell’umanità.

E dentro questo mistero della misericordia e del perdono c’è anche lo splendore della Resurrezione come speranza che non illude e dà senso alla vita. Una sorta di ancoraggio per coloro che la Bibbia chiama donne e uomini di buona volontà. Suggerisci ancora un passaggio: la Pasqua come strada per riformare la coscienza che una diffusa cultura ha appannato. La coscienza, invece, è il mistero più profondo di ogni persona. E nella coscienza, infatti, che si determinano scelte, orientamenti e qualità di vita. Ritengo utile suggerire una frase che ho avuto modo di leggere qualche giorno fa. Diceva così: “Liberi ma non indipendenti”. Questa è la verità sulla coscienza. Non possiamo creare una coscienza isolata, solipsistica e governatrice delle scelte morali. La coscienza ha bisogno di riferimenti da scegliere liberamente. E dentro questo passaggio c’è un altro aspetto molto a papa Francesco, ripetuto ed enunciato nella sua lettera Evangelii gaudium: “alla luce della Pasqua occorre prendersi l’impegno di liberare tutti dalla iniquità suscitando giustizia e carità con uno sguardo sereno e obiettivo alla realtà e all’umanità. E offrire, forti della forza di Dio, orientamenti di salvezza”.

Un altro passaggio importante che diventa quasi una vittoria sul modo di pensare attuale è oltrepassare la paura che spesso la realtà ci offre. Noi non siamo qui per fuggire dai problemi ma per sanarli con la grazia della Resurrezione. Non si possono negare i problemi né eliminare gli interrogativi. Bisogna guardare la realtà per quello che è, inclusi gli stili di vita bassi, ma a tutti la Pasqua assicura la medicina della misericordia e della speranza. L’ultimo passaggio riguarda la Chiesa che ha ricevuto questo mistero pasquale e che da esso trae forza. Occorre che la Chiesa guardi il mondo con lo stesso sguardo misericordioso di Dio. Non per dominare l’umanità per illuminarla con la stessa fatica del Crocifisso e la stessa bellezza del Risorto. C’è in questa condizione un messaggio universale affinché tutti, liberati dal dubbio, possiamo entrare nel mistero pasquale accogliendolo. Sarà il mistero pasquale a farci diventare annunciatori gioiosi della misericordia per il mondo intero.