Brexit, Corte Suprema dichiara illegale lo stop del Parlamento

La Corte Suprema britannica ha dichiarato illegale la sospensione (prorogation) del Parlamento voluta dal primo ministro Tory, Boris Johnson, avvenuta nel pieno della crisi sulla Brexit, accogliendo di fatto le argomentazioni dei ricorsi presentati dagli oppositori del governo e dagli sttivisti pro Remain. Il verdetto è stato raggiunto all'unanimità dal collegio formato da undici giudici.

Le motivazioni

Nel verdetto emesso dalla Corte Suprema, letto dalla presidente lady Brenda Hale, emerge che la sospensione prolungata di Westmister decisa da Johnson è “illegale, nulla e priva di effetti”. E' come se il Parlamento non fosse “mai stato prorogato”, ha decretato la Corte, attribuendo ora agli speaker di Comuni e Lord il potere di riconvocare ora le Camere quanto prima e dichiarando “l'advice” del premier alla regina immotivato e inaccettabile in termini di limitazioni di sovranità e poteri di controllo parlamentari. 

Le opposizioni chiedono le dimissioni di Johnson

E a soli pochi minuti dalla lettura della sentenza della Suprema Corte, mentre si ipotizza che le Camere possano essere riconvocate già domani, arrivano le prime richieste di dimissioni nei confronti del premier Tory. La prima a chiedere che Johnson lasci il suo incarico è la deputata indipendentista scozzese dell'Snp, Joanna Cherry, che ha definito le dimissioni come “la prima cosa decente” che il premier dovrebbe fare. secondo la Cherry, in prima fila in uno dei ricorsi presentati contro la sospensione, il verdetto stabilisce chiaramente che “nessuno, neppure un monarca, è al di sopra della legge”. Voci in favore delle dimissioni arrivano anche dal Labour, mentre la leader liberaldemocratica Jo Swinson, ha affermato che Johnson “non è adeguato a fare il primo ministro”. Soddisfazione anche per Gina Miller, l'attivista pro Remain promotrice di una altro dei ricorsi, secondo la quale la sentenza non è politica, ma fa valere la legge e ripristina “lo stato di diritto”. 

Ricapitolando gli eventi

Lo scorso 29 agosto, Johnson aveva disposto la sospensione del Parlamento fino al 14 ottobre. In seguito sono stati presentati dei ricorsi all'Alta Corte di Londra, che si è rifiutata di di mettere in questione l'operato del governo dichirandosi incompetente e respingendo un ricorso di attivisti pro Remain guidati da Gina Miller; e quello dell'Alta Corte di Scozia che al contrario ha definito in appello come illegale il comportamento del premier conservatore, accusandolo di aver usato in modo improprio un mezzo politico pur legittimo nel Regno come quello della sospensione. 

Corbyn: riconvocare subito il Parlamento

Ma cosa accadrà ora? Mentre si vocifera che già da domani le Camere possano essere riconvocate – la Suprema Corte ha conferito il potere agli speaker – le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni di Johnson. Così anche il numero uno del partito laburista e leader dell'opposizione, Jeremy Corbyn, chiede che il Parlamento britannico venga riconvocato immediatamente e che Johnson valuti la sua posizione di primo ministro. Corbyn ha parlato di verdetto “storico” che certifica “il disprezzo del Parlamento” di Johnson.