Biotestamento: ddl in Aula a Montecitorio, cattolici pronti alla battaglia

Il ddl sul Biotestamento approda alla Camera dopo il passaggio in commissione. Il testo sulle “Disposizioni anticipate di trattamento” si compone di cinque articoli che prevedono, fra le altre cose: l’obbligo di depositare le proprie volontà sul fine vita a un notaio, a un pubblico ufficiale o a un medico del Servizio sanitario nazionale, la revocabilità delle volontà già espresse e la possibilità di rifiutare qualunque trattamento sanitario, comprese nutrizione e idratazione artificiale.

Eutanasia mascherata

Il ddl presenta, però, diverse incognite. Al di là della terminologia usata, infatti, c’è il rischio che il Biotestamento possa tradursi in una legalizzazione dell’eutanasia, sinora perseguita in Italia ricorrendo al reato di “aiuto al suicidio” previsto dal codice penale. A paventare questa possibilità è l’area cattolica, trasversalmente distribuita nelle principali forze politiche. “È un testo sull’eutanasia, non sulle dichiarazioni anticipate di volontà. Sarebbe stato più dignitoso ammetterlo anziché usare una forma ipocrita” ha detto Beppe Fioroni (Pd), in un’intervista al Corriere della Sera. “Il problema- ha aggiunto . è il carattere vincolante del testamento per il medico. I sanitari non potranno discostarsi da quanto è stato scritto. Oltre al fatto che vengono inclusi tra i trattamenti suscettibili di essere interrotti l’idratazione e la nutrizione artificiali”. Ciò significa che “che nel terzo millennio faremo morire di sete e di fame i pazienti, sebbene sotto sedazione profonda. C’è ipocrisia anche quando viene chiamato in causa il principio di autodeterminazione”. Il risultato, secondo l’ex ministro, “è che viene procurata la morte in modo non compatibile con la dignità umana e che la fine può arrivare a giorni di distanza dal momento dello stop”. Anche l’Udc guarda con sospetto al testo. “Sul provvedimento sul biotestamento  in esame alla Camera ci sono luci e ombre – ha sottolineato il vicesegretario vicario, Antonio De Poli – noi dell’Udc difendiamo la cultura della vita“.

Vietnam

Si preannuncia, insomma, un vero e proprio Vietnam parlamentare. Anche le opposizioni di area più liberale cercheranno di arrivare a una modifica della bozza uscita dalla commissione. Il gruppo Forza Italia ha tenuto la scorsa settimana una riunione di direttivo e un’assemblea di gruppo in merito al ddl. “Dopo un approfondito e accurato dibattito nelle due sedi – si legge in una nota – l’assemblea del gruppo ha deciso di raccogliere (è stato fatto in questi giorni) le adesioni per la presentazione in Aula degli emendamenti fortemente migliorativi del provvedimento e ai quali hanno lavorato i deputati Antonio Palmieri e Francesco Paolo Sisto che hanno seguito l’iter della legge in Commissione Affari sociali alla Camera. I 48 emendamenti Palmieri-Sisto sono stati sottoscritti dalla stragrande maggioranza dei deputati di Forza Italia”. È stato già deciso, in ogni caso, “di convocare una nuova riunione dell’assemblea dei deputati azzurri per individuare, anche in relazione all’atteggiamento che il governo terrà in merito alle nostre proposte, l’orientamento del gruppo Forza Italia sul voto finale. In ogni caso sarà garantita, in considerazione della delicatezza del tema, la libertà di coscienza ai parlamentari che non si riconosceranno nella posizione maggioritaria del gruppo”.

La Chiesa

Sul dibattito che si apre oggi è intervenuto anche mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che in un’intervista a Famiglia Cristiana ha auspicato “l’accordo più ampio possibile” sul testamento biologico “che non c’entra nulla né con l’eutanasia né con il suicidio assistito”. Secondo il vescovo “va rispettata la volontà del malato sull’accesso o meno alle terapie, volontà garantita dal dettato costituzionale. Inoltre, si deve contrastare, da un lato, ogni forma di accanimento terapeutico, dall’altro, va dato largo spazio alle cure palliative per non far soffrire il malato”. Mons. Paglia si è chiesto per quale motivo ci sia tanta fretta “per legiferare sulla eutanasia” senza che ci sia “neppure un cenno programmatico per contrastare gli abbandoni terapeutici che sono una pratica più che diffusa e che riguarda decine di migliaia di malati? Non sarebbe urgente un sussulto di civiltà per aiutare questi ultimi a vivere?”.