Copasir: “L’Italia chieda spiegazioni a Pechino come hanno fatto gli Usa”

Il Comitato parlamentare per la sicurezza propone una "golden power per le aziende intraeuropee" e lancia l'allarme per "possibili azioni predatorie di asset strategici”

“Ieri persino la Merkel ha chiesto spiegazioni al governo cinese su come sia nato questo virus e perché sia stato dato un tardivo allarme al mondo. Lo avevano fatto già Trump, Macron, il premier australiano e altri, l’Italia, che è la principale vittima, mi sembra strano che non abbia chiesto a sua volta chiarimenti ufficiali al governo cinese. Questo può significare che non si vuole disturbare il manovratore, magari perché esso è già oggi fin troppo influente nel nostro Paese“, afferma il senatore Alfonso Urso vicepresidente del Copasir che sulla possibilità di convocare Di Maio sulla questione aggiunge: “Di Maio già doveva venire, poi la convocazione è stata rinviata di giorno in giorno. Io credo che sia necessario, e domani ne parlerò esplicitamente nella riunione del comitato presieduto da Volpi, chiedere di accertare come sia accaduto tutto ciò e perché il nostro governo, a differenza di altri, non agisca per avere chiarezza“.

Shopping ostile

Prosegue Urso a Radio24 “Non si tratta soltanto di attori stranieri fuori dall’Unione Europea, non è soltanto la Cina o i fondi asiatici e islamici. Nel recente provvedimento del governo, che personalmente ho sollecitato ripetutamente e con me l’intero Copasir, si prevede in via emergenziale che la golden power oltre che essere estesa ai settori bancari e assicurativi e alla filiera alimentare e sanitaria, riguardasse anche soggetti dell’Ue che possono approfittare della debolezza delle imprese italiane per appropriarsene”. E precisa:“Come emerge dalle relazioni pubbliche è evidente a tutti che già alcuni Paesi e le loro aziende hanno approfittato della recessione del 2008 per appropriarsi di settori strategici del nostro Paese. Persino la Commissione Europea con le linee guida su gli investimenti esteri ha consigliato agli Stati dell’Unione Europea di elevare gli scudi, la golden power anche nei confronti di aziende intraeuropee”.

Colonizzazione

“Già nella relazione annuale presentata in Parlamento nel febbraio 2018 dall’allora governo Gentiloni era evidente come vi fosse una regia straniera nell’opera di “colonizzazione predatoria” in atto nei confronti di imprese italiane che operano in alcuni settori strategici- avverte Urso-.Il Copasir aveva già attuato un’indagine conoscitiva sul settore delle telecomunicazioni nella presidenza Guerrini nel 2018, conclusa lo scorso anno e in cui nel settore delle telecomunicazioni, e quindi 5G e app immuni, noi evidenziavamo come non fosse possibile consegnare l’infrastruttura delle telecomunicazioni alle aziende cinesi perché esse operano con un sistema di potere che, di fatto, le obbliga a diventare esse stesse strumento, ove richiesto, dei servizi segreti cinesi, e quindi proteggere i nostri dati, di imprese e cittadini, da possibili incursioni malevole“.  E aggiunge:”Quel rapporto è pubblico e in quel rapporto all’unanimità il Copasir dava istruzioni precise al governo per proteggere l’infrastruttura delle telecomunicazioni. Ora l’indagine riguarda il settore bancario e assicurativo, indagine ora ancora più necessaria perché il Paese si è ulteriormente indebolito, e quindi oggi è possibile che accada quello che già temevamo prima, cioè di azioni predatorie di shopping di quelli che sono gli asset strategici del Paese, a cominciare da banche e assicurazioni”.

Il Pio Albergo Trivulzio, a Milano

Lombardia

Intanto infuria la polemica sui soccorsi. “Chi è convinto di non avere sbagliato niente è un po’ presuntuoso. Io ritengo che abbiamo fatto tutte le scelte che abbiamo ritenuto e che continuiamo a ritenere migliori. Non essendo io medico in nessun momento mi sono assunto l’ardire di decidere da solo”, sostiene a Radio24 Attilio Fontana presidente della Regione Lombardia: “Valutavo le proposte che mi facevano i tecnici e con loro decidevamo. Prima di prendere ogni decisione è stata fatta una valutazione condivisa tra tutti coloro che se ne intendevano. Se fosse stata sbagliata ogni scelta, tutta la Regione Lombardia avrebbe avuto gli stessi numeri e gli stessi drammi“. Riguardo alla realizzazione dell’ospedale alla Fiera di Milano: “Una volta che viene fatta un’iniziativa per progettare il futuro viene subito contestata“. E parlando delle polemiche per i pochi posti letto occupati, aggiunge: “Spero che questo ospedale si svuoti e che nessuno ci rientri, ma è stato costruito nel momento di massimo picco per il virus quando ormai i posti nelle terapie intensive erano finite e un aumento non poteva essere realizzato. Noi temevamo che la cosa andasse avanti ma grazie a Dio non è stato così“.