Disarmata la polizia, l’esercito prende il controllo di Iguala in Messico

Le forze federali messicane – esercito e gendarmeria – hanno preso il controllo della città di Iguala, nel sud del Messico. Lo ha annunciato la Commissione nazionale di sicurezza. Il Presidente messicano Enrique Pena Nieto ha ordinato all’esercito di disarmare la polizia locale al fine di assumere il controllo della città dopo gli scontri, avvenuti pochi giorni fa, e la conseguente scomparsa di 43 studenti aggrediti da agenti municipali e narcotrafficanti. Il disarmo è stato effettuato per permettere il tranquillo svolgimento dell’inchiesta che dovrà accertare se i corpi trovati in alcune fosse comuni lo scorso fine settimana siano quelli degli ragazzi svaniti nel nulla.

La scomparsa risale allo scorso 26 settembre, quando nel corso di una protesta della scuola di Aytozinapa scoppiarono scontri con le forze dell’ordine in cui morirono sei persone. Tre dei sei decessi e altri 25 feriti sarebbero stati causati dalla polizia che avrebbe fatto fuoco contro degli autobus che erano stati sequestrati dai manifestanti. Alcune ore dopo uomini armati a volto coperto hanno sparato contro due taxi e un autobus che trasportavano una squadra di calcio su una vicina autostrada, uccidendo tre persone. Al termine degli scontri, le autorità locali avevano annunciato che mancavano all’appello 57 studenti. Quattordici di essi sono stati ritrovati il 30 settembre.

In seguito alle indagini sono stati rinvenuti numeroso cadaveri seppelliti in una fossa comune alle porte della città. Nel fossato sono stati trovati 28 corpi e un uomo – arrestato con l’accusa di aver partecipato alla strage – ha dichiarato che, proprio lì, sono stati uccisi 17 degli oltre 50 studenti scomparsi il giorno della manifestazione studentesca. Gli inquirenti però non possono ancora confermare l’identità dei cadaveri perché le salme sono state bruciate e sono ancora in corso i test del Dna, i cui risultati potrebbero arrivare entro un periodo compreso fra due settimane e due mesi.

La Commissione nazionale messicana per i diritti umani ha intanto aperto una indagine sul caso per possibili “gravi abusi di diritti umani”, e nella fattispecie possibili esecuzioni extragiudiziali e scomparse forzate da parte della polizia di Iguala.