Cristaldi (OPBG): “Colpi di calore nei bambini: prevenirli, riconoscerli e curarli”

L'intervista di Interris.it al dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del DEA II livello dell'Ospedale Bambino Gesù, in merito ai danni provocati dal caldo alla salute dei bambini

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Stiamo affrontando una delle estati più calde di sempre. Le temperature hanno toccato livelli record in diverse parti d’Italia. A soffrire, non solo le colture e gli animali, ma anche i fragili: anziani, malati e bambini. Proprio quest’ultimi sono particolarmente vulnerabili alle alte temperature. E’ dunque necessario sapere come comportarsi per evitare colpi di calore, come riconoscerne i sintomi e cosa fare in caso di malore.

Per rispondere concretamente a tutte queste domande, Interris.it ha intervistato il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile del DEA (Dipartimento Emergenza e Accettazione) II livello dell’Ospedale Bambino Gesù (OPBG). Il DEA II livello gestisce il Pronto Soccorso Pediatrico della sede del Gianicolo dell’ospedale, assicurando prestazioni di alta specializzazione legate a situazioni di emergenza. È inoltre centro di riferimento (HUB) nella rete dell’Emergenza della Regione Lazio per le patologie complesse e acute a elevata complessità.

Il dottor Sebastian Cristaldi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

L’intervista al dottor Sebastian Cristaldi OPBG

Quanto sono vulnerabili i bambini al caldo? E perché?

“I bambini sono estremamente vulnerabili al caldo. Perché non hanno ancora la capacità (che è degli adulti) di regolare la temperatura corporea. In età pediatrica, si hanno maggiori difficoltà a mantenerla costante. Il caldo può dunque dare dei problemi, specie nei neonati o nei bimbi piccoli”.

I principali pericoli quali sono?

“L’esposizione al sole per un tempo prolungato e nelle ore sbagliate – quelle più calde al centro della giornata – può dar luogo a eritemi e scottature che rappresentano un fattore di rischio per i tumori cutanei in età adulta. Il principale pericolo è il colpo di calore”.

Cosa è un colpo di calore e come riconoscerlo?

“Il colpo di calore è l’innalzamento improvviso della temperatura corporea dovuto alla combinazione di caldo e umidità, che ne rappresentano la causa principale”.

Quali sono i sintomi ?

“E’ fondamentale riconoscere i sintomi al fine di poter distinguere i casi di pericolo per la salute del minore. Un bambino che si trova in una situazione non confortevole manda dei segnali tipici. I sintomi più comuni del colpo di calore sono: nausea, mal di testa, aumento della temperatura corporea, crampi. Nei casi più gravi: svenimenti  e disturbi della coscienza”.

Come intervenire in caso di un colpo di calore?

“E’ consigliabile portare il bambino in un ambiente ombreggiato e areato. Se dovesse manifestare segni di mancamento, sdraiarlo a terra con gli arti inferiori più sollevati rispetto al corpo e somministrare liquidi non troppo freddi a piccoli sorsi. In caso di comparsa di febbre superiore ai 38° somministrare un antipiretico. Se il bambino non migliora, o in presenza di disturbi della coscienza, è necessario recarsi al più vicino Pronto Soccorso”.

Come proteggere i nostri figli dal caldo?

“Per superare l’estate, che sia in spiaggia o in città, i consigli sono gli stessi. In primis, evitare l’esposizione al sole nelle ore calde della giornata, dunque quelle centrali dalle 11:00 alle 18:00. Un secondo consiglio riguarda l’abbigliamento: prediligere capi leggeri, in cotone e lino, e di colori chiari. Consigliabile inoltre l’uso del cappellino e degli occhiali da sole. Attenzione inoltre al passaggio da luoghi caldi a luoghi ‘freddi’ con aria condizionata, e viceversa. Infine, è importante una dieta con cibi a basso contenuto di grassi preferendo ai cibi zuccherati la frutta e la verdura; resta fondamentale aumentare l’idratazione spingendo i bambini a bere più acqua del solito, evitando le bibite gassate, troppo fredde e zuccherate”.

Ci sono particolari cautele per i neonati?

“Sì, con i neonati ci vuole più attenzione. I bambini più piccoli hanno maggior difficoltà a mantenere una temperatura costante, soffrendo così di più il caldo.
Benché l’esposizione diretta al sole risulti importante per la produzione di vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio e la sua deposizione nelle ossa, il bambino molto piccolo non ha necessità di essere esposto al sole nel periodo più caldo dell’anno. I bambini al di sotto dei 6 mesi è dunque preferibile non esporli mai ai raggi diretti del sole mentre tra i 6 mesi e i 2 anni è consigliabile evitare l’esposizione tra le 10:30 e le 18:30. E’ poi necessario seguire i consigli dati per i bimbi più grandi in modo ancora più accurato. Usare sempre la crema solare e, quando stanno all’aperto, tenerli in luoghi ventilati. Infatti, anche se aumenta la temperatura ma c’è passaggio d’aria, il caldo si sopporta meglio. Mentre l’alta temperatura sommata alla scarsa areazione e all’alto tasso di umidità possono provocare nel bambino il rischio del colpo di calore. Vorrei concludere con una raccomandazione particolare, visti i recenti casi di cronaca…”

Quale raccomandazione finale?

“Mai lasciare i bambini nelle vicinanze o dentro l’acqua incustoditi, neppure per pochi minuti, indipendentemente dal fatto che che si tratti del mare, del lago, della piscina o della vasca da bagno. È importante sapere che un bambino nei primi 3 anni di vita può trovarsi in difficoltà anche in pochi centimetri d’acqua, come quelli di una vasca da bagno o di una piccola piscina gonfiabile e pertanto deve sempre essere sorvegliato a vista. Almeno fino a 5-6 anni di vita, al mare o in piscina, vi deve essere sempre la presenza fisica del genitore in acqua. Anche i bambini più grandi non debbono comunque essere persi di vista perché possono essere trascinati sott’acqua da un’onda o da una risacca. Basta purtroppo un minuto di distrazione, come una breve telefonata al cellulare, per perdere di vista il bimbo che, da sott’acqua, non riesce a tornare a galla né a chiedere aiuto. In caso di semi annegamento, se il bambino è privo di conoscenza, non respira o non si riesce a sentirne il polso, portarlo a riva, liberare le vie respiratorie da qualunque cosa possa ostruirle e avviare immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare fino all’arrivo dei soccorsi avanzati. Contro le morti da annegamento, la principale arma rimane la prevenzione. Un’accortezza non solo per l’estate, ma da tenere a mente tutto l’anno”.