L’essenza del clericalismo che Papa Francesco combatte senza sosta

Foto di Rod Long su Unsplash

Nella nostra epoca, sempre più permeata da varie forme di violenza, stiamo lentamente perdendo la comprensione e il rispetto di alcuni valori. Essi diventano sempre più uno strumento di dominio sugli altri. Purtroppo, questo comincia a riguardare anche il discorso religioso, che dovrebbe essere particolarmente protetto nel suo stile di espressione e nel suo modo di vivere. Questo fenomeno non è nuovo, ma oggi sta prendendo piede, danneggiando sempre più l’esperienza religiosa nella sua dimensione più personale.

Il Vangelo di oggi mostra uno scontro di questo tipo, giocato intorno al discorso religioso. Come sappiamo, la disputa tra i farisei e il Signore Gesù non riguardava tanto le questioni teologiche, quanto il problema dell’autorità: chi deve “governare” le anime.

Le questioni teologiche e dottrinali sono molto spesso in gioco in questa partita decisiva che alla fine porta al dramma del Venerdì Santo. Gli avversari del Signore Gesù vogliono “prenderlo sulla parola” per accusarlo in seguito. Le questioni di diritto divino sono usate come pretesto per screditare e poi condannare. Che tristezza, ma purtroppo presente anche ai nostri giorni, forse soprattutto tra i credenti nel Signore Gesù, specialmente quelli presenti nelle varie istituzioni ecclesiastiche (compresi gli ordini o i movimenti religiosi). Ogni istituzione organizzata ha degli ambiti in cui si esercita l’autorità.  È normale che un’istituzione, in quanto insieme di varie persone, funzioni. Tuttavia, è sbagliato quando questo potere diventa la soddisfazione di ambizioni umane che hanno poco a che fare con la religione e la fede. Perché il potere dà posizione, privilegi. Rende più facile vedere gli altri con superiorità, disprezzo, ma anche vederli come una minaccia. Questa è l’essenza del clericalismo che Papa Francesco combatte senza sosta.

Nel Vangelo di oggi possiamo vedere le tracce di questa lotta religiosa per la posizione e il potere. I farisei vogliono approfittare della “sconfitta” dei sadducei nel loro “scontro” con il Signore Gesù. Così decidono di porre una domanda a Gesù. Non vogliono tanto spiegare qualcosa, ma affermare la loro posizione, forse anche vincere qualcosa. Sicuramente Gesù era consapevole delle loro intenzioni non del tutto sincere. Eppure, anche questa volta, entra in polemica, portandola però a un altro livello. Così facendo, chiude nuovamente la bocca ai suoi avversari. E lo fa parlando di amore. Passa da un discorso giuridico, speculativo e un po’ astratto al livello concreto e al piano dell’essenziale.

È interessante che l’evangelista non dia la reazione dei farisei alla risposta di Gesù. Probabilmente, avendo capito che non stavano ottenendo nulla, non continuarono il discorso. Qui abbiamo un’altra lezione magistrale di Gesù su come affrontare gli avversari che usano temi religiosi contro di noi. In primo luogo, dobbiamo entrare in contatto con loro. Fate riferimento in modo inequivocabile alle loro affermazioni. In secondo luogo, questo deve essere fatto in modo molto intelligente, spostando l’attenzione su un altro livello, toccando argomenti fondamentali e non negoziabili. Questa è una strategia classica del Signore Gesù, usata in molte occasioni. È importante anche per noi per proteggere, salvare il discorso religioso restituendogli il suo giusto significato, la sua profondità, il suo sapore. Chi abusa delle questioni religiose scivola sulla loro superficie senza arrivare al nocciolo. È quindi necessario smascherare con intelligenza tutto ciò, condannando al tempo stesso l’essenza della questione. Chiaramente, per tutti la legge è l’amore. Molti dei conflitti verbali che ci allontanano dalla pace non derivano forse da questo tipo di gioco di questioni secondarie e dal muoversi in un mondo di astrazioni? Il gioco dei concetti sostituisce un approccio onesto alle cose. L’erudizione può diventare un’arma che distrugge la propria posizione. Per questo sono importanti la perspicacia e l’intelligenza, ma ancora di più l’arte di toccare con precisione e in modo convincente il cuore di una questione e, quindi, di smascherare efficacemente le intenzioni disoneste degli altri. Non dobbiamo avere paura di questa difesa contro la manipolazione e la strumentalizzazione. Oggi è addirittura necessaria. Che lo Spirito Santo ci sia di guida!