Ucciso a Napoli il boss del clan Mazzarella

E' ritenuto un elemento di vertice del clan Mazzarella Rocco Tomaselli, il 32enne ucciso a colpi d'arma da fuoco ieri sera a Napoli

E’ ritenuto un elemento di vertice del clan Mazzarella Rocco Tomaselli, il 32enne ucciso a colpi d’arma da fuoco ieri sera a Napoli. L’uomo, noto alle forze dell’ordine e con diversi precedenti, è stato raggiunto da tre colpi d’arma da fuoco. Ignoti l’hanno accompagnato all’ospedale Vecchio Pellegrini e poi si sono dileguati. I sanitari l’hanno soccorso ma non sono riusciti a salvarlo.

Ucciso a Napoli il boss del clan Mazzarella

La Polizia di Stato è stata avvertita da alcuni residenti della zona delle cosiddette “case nuove”, che hanno segnalato l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco in via Santa Maria delle Grazie a Loreto. Lì si è recata una volante e durante il sopralluogo sono stati trovati quattro bossoli, due ogive e tracce di sangue. Sull’accaduto sono in corso indagini da parte della Squadra Mobile di Napoli (coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini).

Carceri: ancora telefonini e droga nel carcere di Poggioreale

Ancora telefonini e droga trovati nel carcere napoletano di Poggioreale durante una perquisizione straordinaria. Lo rende noto l’Asppe. I ritrovamenti sono stati effettuati nel reparto Genova: si tratta di un telefonino, due caricabatterie e diversi grammi di hashish. Si tratta di un reparto che ospita detenuti che hanno pene definitive ed hanno avuto una condotta encomiabile: è composto da camere di pernottamento aggiornate agli standard europei, dotato, tra l’altro anche di attrezzature ginniche. “L’attuale sistema penitenziario è efficace per il recupero di soggetti criminali – chiede il sindacato di polizia penitenziaria per il quale “è giunta l’ora di un cambiamento”.

Secondo Luigi Castaldo, segretario regionale Asppe Campania confederata Consipe “oramai è all’ordine del giorno ritrovare sostanze e materiale illecito non consentiti, l’attenzione al Salvia è sempre alta pur essendo penalizzata da gravi carenze sia strumentali che umane, mancano oltre 200 poliziotti penitenziari e vi è un sovraffollamento per oltre il 30% della popolazione detenuta. A tutto ciò si aggiunge una grave carenza di medici, infermieri, psicologi ed educatori”.

Per il segretario generale Asppe confederata Consipe Claudio Marcangeli, “purtroppo il carcere partenopeo è una struttura obsoleta che nonostante tutto grazie alla tanta umanità del personale di Polizia Penitenziaria ancora oggi va avanti, ma con ataviche e gravi mancanze che solo un intervento risolutivo del Governo può colmare”.

Fonte: Ansa