YEMEN, L’ONU DENUNCIA: “CIVILI IN TRAPPOLA SOTTO LE BOMBE SAUDITE”

“Il bombardamento indiscriminato su aree popolate è contro il diritto internazionale” ha denunciato il rappresentante Onu in Yemen Johannes Van Der Klauuw, “profondamente preoccupato” per i raid dell’Arabia Saudita nel nord del Paese contro i ribelli Houthi. Gli scontri tra i sauditi di fede musulmana sunnita e gli Huthi (musulmani sciiti) sono aumentati considerevolmente dal 25 marzo 2015, quando 150 000 uomini delle forze militari dell’Arabia Saudita hanno colpito le posizioni degli Huthi nel tentativo di riportare al potere il Presidente ʿAbd Rabbih Manṣūr Hādī – deposto dai ribelli durante la primavera araba – e la minoranza sunnita. La Repubblica Islamica dell’Iran – a maggioranza sciita – non aveva mancato di elevare la sua voce di protesta, ammonendo l’Arabia Saudita di fermare immediatamente il suo intervento militare. Appello che, ad oggi, non è stato ancora accolto.

“Molti civili sono intrappolati nella capitale Saada, non hanno benzina per i trasporti”, ha spiegato Van Der Klauuw. I sauditi considerano Saada, roccaforte dei ribelli sciiti, una “zona di guerra”, e venerdì scorso hanno lanciato dei volantini ai residenti per avvertirli di fuggire. Per il rappresentante Onu colpire l’intera provincia “metterà innumerevoli civili a rischio” e i volantini non assolvono i sauditi dalla loro responsabilità.

L’Onu stima che finora i bombardamenti sauditi in Yemen abbiano ucciso almeno 1.400 persone, delle quali più della metà civili. Oltre 130 raid sono stati lanciati sabato in tutto il Paese “contro edifici, depositi di armi e campi dei ribelli”, ha riferito un portavoce della coalizione. Martedì alle 23 locali dovrebbe scattare la tregua di cinque giorni proclamata dall’Arabia Saudita, ma un rappresentate degli Houthi, Mohamed al-Bukhaiti, ha dichiarato alla Bbc che il cessate il fuoco non è stato formalmente proposto e loro non si adegueranno finché non sarà concordato un piano preciso.