Le donne del cinema italiano: “Noi contro l'intero sistema”

Dissenso comune”: è sotto questo titolo che 124 donne, volti noti del mondo del cinema e dello spettacolo, attrici, registe e produttrici, hanno firmato una lettera-manifesto pubblicata da 'Repubblica.it' e che, a seguito delle numerose testimonianze di tentate di molestie riportate negli ultimi mesi dopo l'esplosione del caso Weinstein, si pone l'obiettivo non solo di dar voce a “due mesi di incontri e confronti tra un gruppo sempre più largo di donne”, ma anche “per intervenire con la forza di un collettivo e non lasciare che le testimonianze dei mesi scorsi restassero solo voci isolate”. Ambra Angiolini, Alba Rhorwacher, Paola Cortellesi, Barbora Bobulova, le sorelle Comencini, Anna Foglietta e Sabrina Impacciatore, solo per citare le più famose: tutte unite per ribadire che non “è la gogna mediatica che ci interessa” ma puntare il dito contro “l'intero sistema di potere”.

Nessun discorso moralista

“Questo documento – si legge nella lettera – non è solo un atto di solidarietà nei confronti di tutte le attrici che hanno avuto il coraggio di parlare in Italia e che per questo sono state attaccate, vessate, querelate, ma un atto dovuto di testimonianza”. Come sottolineato dalle 124 artiste, “la molestia sessuale non ha nulla a che vedere con il gioco della seduzione”, ma è un “fenomeno trasversale, è sistema. Succede alla segretaria, all’operaia, all’immigrata, alla studentessa, alla collaboratrice domestica. E' successo a tutte noi con modi e forme diversi”. Nessun discorso moralista, dunque, ma un'accusa contro “la macchina della rimozione che vorrebbe zittirci…  Parlare è svelare come la molestia sessuale sia riprodotta da un’istituzione. Come questa diventi cultura, buonsenso, un insieme di pratiche che noi dovremmo accettare perché questo è il modo in cui le cose sono sempre state, e sempre saranno”.

La forza della voce

L'iniziativa è nata da un incontro, avvenuto tempo fa, fra alcune delle firmatarie, le quali hanno poi deciso di ampliare il progetto e convogliare il frutto di ogni contributo nel manifesto di 'Dissenso comune'. Perché questo messaggio sia affidato alle rappresentanti del mondo del cinema lo spiegano le stesse artiste, esponendo due ragioni: “La prima è che il corpo dell’attrice è un corpo che incarna il desiderio collettivo, e poiché in questo sistema il desiderio collettivo è il desiderio maschile, il buonsenso comune vede in loro creature narcisiste, volubili e vanesie, disposte a usare il loro corpo come merce di scambio pur di apparire. Le attrici in quanto corpi pubblicamente esposti smascherano un sistema che va oltre il nostro specifico mondo ma riguarda tutte le donne negli spazi di lavoro e non”. La seconda, invece, riguarda la loro “forza di poter parlare, la loro visibilità è la nostra cassa di risonanza. Le attrici hanno il merito e il dovere di farsi portavoce di questa battaglia per tutte quelle donne che vivono la medesima condizione sui posti di lavoro la cui parola non ha la stessa voce o forza”.