Amnesty alla Slovenia: “No alla chiusura delle frontiere e ai respingimenti indiscriminati”

Amnesty International tuona contro il governo sloveno e invita il Parlamento di Lubiana a bocciare gli emendamenti alla cosiddetta “legge sugli stranieri”, con cui si vuole autorizzare la chiusura delle frontiere in caso di rischi per l’ordine pubblico e la sicurezza interna del Paese. Secondo l’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, il respingimento aprioristico dei migranti costituirebbe una violazione del diritto internazionale; la Slovenia fa parte dell’Unione Europea dal 2004.

Rispondendo alla denuncia della Ong, il Ministro degli interni Vesna Gyorkos Znidar ha sottolineato il carattere transitorio della misura spiegando che ogni sua applicazione richiederebbe un preventivo via libera del Parlamento. “Non saremmo in grado di reggere una nuova ondata migratoria come quella del 2016 – ha aggiunto il Ministro – soprattutto alla luce delle chiusure alle frontiere decretate da Austria e da altri paesi”.

Lo scorso anno, le persone che sono transitate per la Slovenia verso dell’Europa occidentale sono state mezzo milione. Nei primi undici mesi del 2016, secondo il Ministero della difesa, le richieste d’asilo sarebbero quintuplicate e salite a 1170. Di quest’ultime, solo 148 sono state approvate e altre 230 sono in corso d’esame.

L’annuncio della nuova legge è stato dato dal governo sloveno Su Twitter, rimandando al comunicato per i dettagli degli emendamenti approvati. Alcuni di questi non sono ben visti da Amnesty, soprattutto quando si legge che il governo avrebbe la possibilità di respingere i migranti senza esaminarne le richieste d’asilo. “Invece di considerare queste persone come un rischio per la sicurezza – ha dichiarato Gauri van Gulik, vicedirettrice per l’Europa di Amnesty International – le autorità slovene dovrebbero riconoscere le proprie responsabilità e proteggere chi nel paese rischia la morte o la persecuzione”.

I migranti, principalmente africani, entrano in Slovenia (uno dei tanti Paesi di Transito verso il nord Europa) sfruttando quella che comunemente viene definita “rotta balcanica”, la strada che giunge in Italia e in Europa passando via terra ed evitando così il mare. Per intensificare l’attività di contrasto all’immigrazione irregolare, pochi giorni fa il governo sloveno ha siglato un accordo con il Friuli Venezia Giulia che prevede la suddivisione in zone di controllo al di qua e al di là del confine italo-sloveno che saranno sorvegliate e presidiate da una specifica task force coordinata da entrambi i paesi.