Sos-pesticidi. I neurologi: “Danneggiano il cervello”

Secondo il rapporto del Wwf "Pesticidi: una pandemia silenziosa", l'Italia risulta il sesto Paese al mondo per il loro utilizzo con quasi 400 diverse sostanze per un totale di 114mila tonnellate all'anno

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Campagna WWF Italia contro l'uso dei pesticidi. Foto: WWF Italia

Un utilizzo “indiscriminato e irresponsabile” dei pesticidi aumenta il rischio di sviluppare non solo patologie neoplastiche e cerebrovascolari. Ma soprattutto malattie neurodegenerative quali l’Alzheimer, il Parkinson e la Sclerosi laterale amiotrofica. Dai neurologi italiani un appello agli agricoltori per “un uso responsabile dei pesticidi”, che utilizzati troppo e male possono causare danni al cervello. “La presidenza della Società italiana di neurologia (Sin) appoggia i principi di una transizione ecologica sostenibile per un corretto recupero della sostenibilità e della biodiversità, che hanno spinto gli agricoltori di tutta Italia e di mezza Europa a salire sui trattori per manifestare le loro necessità di lavoro“. Il presidente della Sin, Alessandro Padovani, lancia però “un monito per un oculato utilizzo delle innovazioni messe a disposizione dal Green Deal“. Chiedendo prima di tutto che i pesticidi “non siano impiegati in maniera indiscriminata e acritica“. Così da “garantire un normale sviluppo del sistema nervoso cerebrale nei bambini. Senza aumentare il rischio di malattie neurologiche negli adulti e negli anziani“.

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La campagna WWF Italia contro i l’uso dei pesticidi. Foto: WWF Italia

Allarme pesticidi

Nel 2022 è stato messo a punto il Sur (Sustainable use regulation of plant protection products), cioè un regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi per un dimezzamento del loro impiego nell’Unione entro il 2030. I pesticidi chimici sono fra le principali fonti di inquinamento dell’acqua e del suolo, dell’aumento della resistenza ai parassiti, nonché di varie malattie croniche dell’uomo. Dai tumori alla malattia di Parkinson. Secondo il rapporto Wwf 22 “Pesticidi: una pandemia silenziosa”, l’Italia risulta il sesto Paese al mondo per il loro utilizzo, con quasi 400 diverse sostanze per un totale di 114mila tonnellate all’anno. L’anno scorso l’Italia e altri 9 Paesi (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria) hanno costituito un Comitato per chiedere una riduzione delle restrizioni Sur della Ue. Non essendo però mai stata raggiunta una maggioranza né a favore né contro l’abrogazione del Sur, in base al regolamento che obbliga la Ue all’esecuzione in assenza una maggioranza fra Stati membri, il 28 novembre 2023 la norma è stata rinnovata per altri 10 anni. Cioè fino al 2033. Era quindi in vigore quando a gennaio la presidente della Commissione Ue Ursula Von Der Leyen ha annunciato di abrogare il regolamento Sur sui pesticidi.

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Foto © Ufficio Stampa Commissione Europea/Image

Sos degli scienziati

“Fra i pesticidi – avvertono i neurologi – ce n’è però uno che ha sempre destato polemiche da parte degli scienziati e delle associazioni ambientaliste: il glifosato. Il ministero della Salute italiano ne aveva già revocata l’autorizzazione dal 22 febbraio 2017, ma la recente dichiarazione d’intenti della presidente Von Der Leyen rischia di creare nuove confusioni e polemiche. Pochi giorni fa 6 ong e cioè Pan Europe, ClientEarth (Ue), Générations Futures (Francia), Global 2000 (Austria), Pan Germania e Pan Paesi Bassi hanno proposto un ufficiale ricorso legale contro la decisione di riapprovare l’uso anche di questo pesticida. Passato a loro giudizio attraverso le maglie troppo larghe di un miope sistema burocratico di valutazione interna della Commissione europea, che va rinnovato perché non al passo coi tempi e con i dati della letteratura scientifica che indicano come il glifosato sia implicato nella patogenesi di malattie neurodegenerative come quella di Alzheimer“.

Foto di Julia Koblitz su Unsplash

Verifica 

“L’ultimo studio – cita la Sin – è stato appena pubblicato su ‘Neural Regeneration Research‘ dai ricercatori della Washington University School of Medicine di Saint Louis, che hanno evidenziato l’azione proinfiammatoria diretta e/o indiretta” del glifosato. “In un modello murino di apprendimento e memoria – dettagliano i neurologi – già 24 ore dopo si evidenzia a livello dell’ippocampo un’azione diretta con inibizione del potenziamento della traccia mnesica a lungo termine, simile a quella che si verifica con esposizione cronica a lipopolisaccaridi. L’azione indiretta si esplica sul microbiota tramite il cosiddetto gut-brain-axis per l’induzione di una disbiosi che evolve in un’endotossiemia lipopolisaccaridemica con alterazioni della permeabilità intestinale e passaggio di cataboliti batterici gram-negativi come i lipopolisaccaridi. Questi attivano una cascata pro-infiammatoria determinando al contempo una situazione simile a quella che si verifica nel diabete. Patologia notoriamente connessa allo sviluppo a lungo termine di alterazioni della cognitività“. “Altri dati confermerebbero l’azione pro-infiammatoria dei glifosati – commenta Padovani – a supporto del rischio di danni al cervello“. Esistono diversi tipi di pesticidi. Erbicidi (che agiscono sulle piante infestanti). Fungicidi (che agiscono sui funghi parassiti). Insetticidi (tossici per gli insetti). E i rodenticidi (dannosi per i roditori)