L'allarme della Chiesa copta ortodossa sui Social media

Chiesa

La Chiesa copta ortodossa da tempo si interroga sull’impatto provocato dall’espansione delle reti sociali e dei social media nel vissuto concreto delle comunità ecclesiali. L'abuso di internet per manipolare contenuti e dinamiche di carattere ecclesiale è infatti un fenomeno che le Chiese devono affrontare in tutto il mondo, e che negli ultimi tempi, sembra alimentare particolare preoccupazione tra le Chiese d'Oriente. 

Il questionaio anonimo

Adesso, la Holy Sophia Coptic Orthodox Schools of Theology, organismo teologico-accademico copto con sede ad Hamden, nel Connecticut (USA), ha lanciato l’iniziativa di un “questionario anonimo” da diffondere su vasta scala per raccogliere dati e opinioni utili a misurare quanto, e in che modo, lo sviluppo nei nuovi media stia condizionando, nel bene e nel male, l’immagine e la missione della Chiesa copta nel tempo presente. Padre Abraham Azmy, direttore dell’US International Relations and Database Operation Office della Chiesa copta, ha presentato l’iniziativa sui media egiziani, sottolineando che sarà possibile compilare il questionario online entro il prossimo 26 gennaio. Padre Amzy ha riferito che il questionario punta anche a documentare l’effetto di siti e blog che promuovono campagne polemiche e vere e proprie aggressioni ad personam nella rete, alimentando le contrapposizioni nella Chiesa e utilizzando in materia impropria formule e contenuti di carattere dottrinale e teologico. La Chiesa copta è una delle Chiese ortodosse orientali, erede del millenario monachesimo egiziano, di cui mantiene ancora le antiche istituzioni monastiche, ed è sede di istituzioni teologiche e accademiche, con una presenza diffusa in una diaspora a livello mondiale. Il censimento del 1986 dichiara 3.300.000 copti, ossia l'8% degli egiziani. Il PEW Research Center nel 2011 ha citato un sondaggio condotto su 16.000 donne egiziane, tra le quali il 5% si è dichiarata cristiana ma evidenzia la possibilità che il dato sia in realtà una sottostima a causa delle discriminazioni e attentati di cui è stata vittima la comunità. Il primo gennaio del 2011 ad Alessandria d'Egitto si è fatto esplodere un integralista musulmano dinanzi alla Chiesa copta dei Santi, nel quartiere di Sidi Bishr, causando la morte di 23 fedeli copti e il ferimento di numerosi altri che partecipavano ad una tradizionale cerimonia religiosa per l'anno nuovo. Dall'esplosione è rimasta danneggiata anche una vicina moschea e otto musulmani sono rimasti feriti. Le indagini successive tirarono in ballo i servizi segreti e il ministero degli interni, rei di aver organizzato l'attentato per fini politici. Il 26 maggio 2017 un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro un convoglio di bus di cristiani copti diretti al monastero di Amba Samuel, situato sulla rotta desertica a sud dell'Alto Egitto. L'assalto ha causato la morte di 35 fedeli tra cui molti bambini. Decine i feriti. Per la Santa Sede i copti costituirebbero fra il 6 e l'8% della popolazione, mentre altre fonti quantificano nel 10% la presenza copta in Egitto. Negli Stati Uniti ci sono circa due milioni di fedeli.