Il Papa: “Sia un Natale di semplicità e condivisione con chi non ha”

Nell'Angelus della quarta domenica di Avvento, Francesco invita a guardarsi dagli sprechi e a pensare a chi soffre: "Ricordiamoci della gentilezza di Dio"

Papa Francesco Angelus
Foto © VaticanMedia

Festeggiare “in semplicità, senza sprechi, e condividendo con chi manca del necessario o manca di compagnia”. È un invito alla convivialità genuina quello di Papa Francesco, che nell’Angelus della Vigilia di Natale auspica delle Feste all’insegna del rispetto. Non solo quello reciproco ma anche nei confronti dei contesti di sofferenza che, anche durante queste festività, continueranno a coinvolgere milioni di persone. “Permettetemi una raccomandazione: non confondiamo la festa con il consumismo… Siamo vicini ai nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra: pensiamo alla Palestina, a Israele, all’Ucraina. Pensiamo anche a coloro che soffrono per la miseria, la fame, le schiavitù. Il Dio che ha preso per sé un cuore umano infonda umanità nei cuori degli uomini”.

L’immagine dell’ombra

La quarta domenica di Avvento porta con sé il messaggio dell’Annunciazione. L’Angelo spiega a Maria il concepimento di Gesù con le parole: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra”. Ed è proprio questa immagine ad animare la riflessione di Papa Francesco, perché il concetto dell’ombra consegna molti significati: “In una terra come quella di Maria, perennemente assolata, una nuvola di passaggio, un albero che resiste alla siccità e offre riparo, una tenda ospitale portano sollievo e protezione”. L’ombra è quindi “un dono che ristora, e l’angelo descrive proprio così il modo in cui lo Spirito Santo discende su Maria, il modo di fare di Dio: Dio sempre agisce come amore gentile che abbraccia, che feconda, che e custodisce”.

La gentilezza di Dio

Del resto, ricorda il Santo Padre, nella Bibbia quella dell’ombra è un’immagine ricorrente. Accompagna, ad esempio, il popolo di Dio nel deserto, “parla della gentilezza di Dio”, come a indicare l’offerta di un rifugio, un riparo: “Così si comporta l’amore fecondo di Dio. Ed è qualcosa che, in un certo modo, possiamo sperimentare anche tra di noi, ad esempio quando tra amici, fidanzati, sposi, genitori e figli, si è delicati, si è rispettosi, prendendosi cura degli altri con gentilezza. Dio ama così e chiama anche noi a fare lo stesso: accogliendo, proteggendo, rispettando gli altri”. Per questo, nel momento lieto del Natale, un pensiero può essere rivolto “a chi è emarginato, a chi in questi giorni è lontano dalla gioia del Natale. Pensiamo a tutti con la gentilezza di Dio”.