Il Papa visiterà il centro di accoglienza di Maputo

Il motto scelto per la visita nell’Africa australe è “speranza, pace e riconciliazione”. Papa Francesco, nel suo prossimo viaggio apostolico in Mozambico, Madagascar e Maurizio (4-10 settembre), ha aggiunto un significativo appuntamento al programma: la visita privata alla Casa “Matteo 25”, un centro di accoglienza a Maputo. La visita privata, riferisce l’Agi, sarà l'ultima tappa della giornata nella capitale mozambicana, dopo la visita di cortesia al presidente, l'incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico e, successivamente, gli incontri con i giovani e poi con tutte le realtà della Chiesa locale.

L’attesa della Chiesa locale

“Le parole del Papa (speranza, pace e riconciliazione) hanno una grande eco nei cuori di tutti noi, perché ci incoraggerà a superare con coraggio i traumi causati dalla tragica devastazione dei cicloni tropicali Adl e Kenneth, e per affrontare con fede e speranza la difficile situazione nella quale vive la popolazione della Provincia di Cabo Delgado, per i ripetuti attacchi armati perpetrati da gruppi non ancora ufficialmente identificati – scrivono i vescovi mozambicani nel messaggio inviato all’Agenzia Fides – Per far sì che la visita del Santo Padre sia un momento di grazia, abbiamo bisogno, tutti, di prepararci spiritualmente”. L’episcopato del Paese dell’Africa australe ha deciso che ad agosto nelle diocesi mozambicane si svolgano speciali momenti di preghiera. “A tal fine, nelle nostre parrocchie e comunità si terranno momenti di studio e riflessione sul motto della visita papale, nonché momenti di preghiera, chiedendo il Signore, attraverso la visita del Santo Padre, ci conceda la grazia della pace e della riconciliazione- aggiungono i presuli -. Possa la Madonna dell’Immacolata Concezione, Patrona del Mozambico, intercedere per noi e assisterci nella preparazione della visita” conclude il messaggio”. Il viaggio apostolico prevede la visita delle città di Maputo in Mozambico, Antananarivo in Madagascar e Port Louis a Maurizio. Una missione tutt’altro che semplice dal punto di vista geopolitico.

La denuncia dell’episcopato

Nel nord del Mozambico, nella provincia di Capo Delgado, da oltre un anno e mezzo ci sono poteri occulti che pretendono di imporre i propri interessi, uccidendo centinaia di persone, incendiando villaggi, chiese, moschee e seminando ovunque distruzione”, denuncia al Sir monsignor Luiz Fernando Lisboa, brasiliano, vescovo della diocesi di Pemba, in una coraggiosa lettera aperta al popolo di Capo Delgado, dove sono in corso da settembre 2017 oscuri assalti di sedicenti milizie islamiche provenienti dai Paesi limitrofi o ribelli interni. È una regione ricchissima di pietre preziose (soprattutto rubini), terre, legname. “Voglio lanciare un appello a tutte le persone di buona volontà di Capo Delgado – dichiara il presule al Sir-, perché non ci rassegniamo alla violenza e non ci stanchiamo di chiedere giustizia e pace”. “Come fantasmi – osserva mons. Lisboa -, i ribelli (contro chi o cosa cosa?) appaiono e scompaiono senza farsi vedere, nei momenti più inaspettati, lasciando dietro di sé solo tracce di disastri. Ma sappiamo che i fantasmi non esistono. È un pezzo di lenzuolo che nasconde qualcosa o qualcuno. Abbiamo bisogno di  tirare giù questo lenzuolo per smascherare chi si nasconde dietro e sapere contro chi lottiamo o, meglio, chi ci sta annichilendo, per sapere come difenderci e porre fine al male che ci opprime”.

Tra gli sfollati

Il vescovo Luiz Fernando Lisboa descrive al Sir la sua visita pastorale nel distretto di Palma, dove ha incontrato centinaia di persone sfollate dalle proprie case o in lutto per la morte dei propri cari. E bambini che non possono andare a scuola perché sono chiuse. “La Chiesa, le istituzioni e la comunità – afferma – vivono in un clima di paura e insicurezza”. Mons. Lisboa chiede “indagini precise e chiare” e pone alcuni interrogativi: “C’è un legame con il traffico di organi? Si tratta di riciclaggio di capitali? Gli attacchi sono legati al commercio di pietre preziose? La nostra provincia è un corridoio di trafficanti di beni diversi? Non ci sarà un problema di esagerata concessione di terra per lo sfruttamento minerario?”. In vista della visita di Papa Francesco in Mozambico il 5 e il 6 settembre (nell’ambito di un viaggio che toccherà anche Madagascar e Mauritius), il vescovo di Pemba fa riferimento nel messaggio al Sir al motto della visita: “Qualunque cosa sia, viviamo da più di un anno e mezzo in una situazione in cui è difficile pensare e parlare al popolo di speranza, pace e riconciliazione”, finché il popolo stesso sarà “strumentalizzato da poteri occulti che cercano di imporre i propri interessi”.