Caso Cucchi, processo rinviato al 20 ottobre

E’ stato rinviato, rispetto alla data prevista (oggi), il processo per la morte di Stefano Cucchi (istituito al termine dell’inchiesta-bis), posticipato al 20 ottobre dopo la dichiarazione di astensione, per incompatibilità, da parte dellla presidente della III Corte d’Assise di Roma. La giudice, Evelina Canale, aveva infatti già presieduto la giuria del primo collegio giudicante e, d’altronde la stessa Corte in questione aveva giudicato, per i medesimi fatti, sei medici, tre infermieri e tre agenti della Penitenziaria. Il procedimento rinviato, vede coinvolti cinque carabinieri i quali, secondo l’accusa, sarebbero i responsabili del pestaggio che ha portato il giovane geometra romano, arresto per droga nell’ottobre del 2009, a morire una settimana dopo il fermo, durante il ricovero all’Ospedale “Sandro Pertini”.

Gli accusati

Nella giornata di oggi, in aula è stata letta un’ordinanza con la quale la giudice Canale ha dichiarato la propria astensione, rimettendo il procedimento nelle mani del presidente del Tribunale di Roma per la nomina di un nuovo collegio giudicante. Tutto rimandato, dunque, al 20 ottobre prossimo, data in cui sarà possibile conoscere le determinazioni del nuovo presidente e iniziare a definire il quadro legato ai cinque militari coinvolti. Nello specifico, a processo andranno Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, accusati di omicidio preterintenzionale; Roberto Mandolini, maresciallo e comandante della stazione “Appia” all’epoca dei fatti, accusato di calunnia e falso; Vincenzo Nicolardi, sul quale pende l’accusa di calunnia nei confronti di tre agenti della Polizia penitenziaria, inizialmente accusati e poi assolti: ipotesi di reato, questa, condivisa con Tedesco.

Ilaria Cucchi: “La verità è vicina”

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato il rinvio dicendosi fiduciosa per il prosieguo del procedimento giudiziario: “E’ passato tanto tempo, abbiamo sprecato tante energie. Ma stavolta ci siamo; siamo arrivati al momento della verità… La mia famiglia – ha detto ancora – ha già dato fin troppo. Abbiamo avuto tanta pazienza, ma ne abbiamo ancora. Aspettiamo l’inizio di questo processo che si sarebbe dovuto celebrare otto anni fa. Ma così non è stato a causa delle menzogne di coloro che oggi sono sul banco degli imputati. La sensazione che si prova è: quanto lontana era la verità di allora rispetto a quella di adesso!”.