Gastaldi (CasAmica): “Il tempo della malattia deve essere anche tempo di vita”

L’intervista di Interris.it al direttore generale di CasAmica ODV Stefano Gastaldi sulla struttura di accoglienza CasaBambini

foto di CasAmica ODV

A Milano c’è una struttura che accoglie e fa sentire a casa i pazienti più giovani, soprattutto se vengono da fuori regione. Si tratta di quei bambini e ragazzi nella cui vita è entrata la malattia oncologica e sono stati costretti a spostarsi, insieme alla loro famiglia, per potersi curare. A CasaBambini trovano uno spazio dove sono seguiti, ascoltati e accompagnati nel loro periodo di permanenza da chi parla la loro lingua e conosce i loro bisogni, dal gioco allo studio.

 La “casa di Milano”

“Tanti dei nostri piccoli ospiti la vedono come la loro ‘casa di Milano’, l’idea che si fanno è proprio di una casa con un suo stile di accoglienza”, racconta a Interris.it Stefano Gastaldi, direttore generale di CasAmica ODV, la realtà che dalla metà degli anni Ottanta dà ospitalità a chi ha difficoltà ad accedere alle cure e deve spostarsi in un’altra città. “Quando ci contattano per sapere se c’è disponibilità, i genitori pongono diverse domande perché la situazione in cui si trovano genera molta ansia. Il primo step dell’accoglienza comincia dalla prima telefonata”. CasaBambini nasce nel 2010 e accoglie il 10% degli ‘ospiti’ delle strutture di CasAmica. “Abbiamo sempre accolto i giovani e i giovanissimi. In precedenza si trattava di una prima accoglienza ‘mista’, rivolta sia ai grandi che ai piccoli, poi abbiamo deciso di istituire una vera casa d’accoglienza pediatrica per bambini, adolescenti e giovani adulti che sono pazienti del reparto di pediatria oncologica dell’Istituto nazionale tumori”, spiega.

Linguaggi

La malattia è un evento che comporta spesso rilevanti cambiamenti nella quotidianità di una persona e del suo nucleo famigliare. L’adattamento a questa nuova situazione richiede uno spazio e un tempo adatti sia per quanto riguardo l’aspetto emotivo che per la riorganizzazione della propria vita, dei propri impegni e dei propri bisogni. Un discorso che “quando riguarda un giovane ha un impatto anche più complesso”, sottolinea Gastaldi. “Ogni fase evolutiva ha un suo linguaggio e dei bisogni specifici e nel corso di questi anni abbiamo appreso questi linguaggi confrontandoci direttamente con i nostri piccoli ospiti, ognuno con la sua storia”, continua. “Tramite l’ascolto abbiamo capito che i bambini hanno risorse, in termini di fantasia ed energie, che spesso gli adulti non hanno”. Una conoscenza che porta a interfacciarsi con notevoli differenze, in base alla fascia d’età. “I bambini si chiedono il ‘perché’ di quello che stanno vivendo, si pongono il problema del significato di una situazione del genere, e lo fanno con un proprio linguaggio”, riprende Gastaldi. Diversa la condizione dei ragazzi più grandi. “Gli adolescenti sono nella fase di lancio della vita e la comparsa di una malattia grave rischia, ai loro occhi, di mettere tutto in forse. Questo li può portare a chiudersi, per cui necessitano di un accompagnamento diverso rispetto ai più piccoli”. Oltre ai linguaggi, ci sono anche le lingue diverse. CasaBambini ha infatti accolto alcuni pazienti degli ospedali pediatrici ucraini fuggiti dalla guerra nel loro Paese e ha potuto prestare la sua opera grazie all’aiuto dei mediatori culturali.

Una struttura a misura di bambino

La decisione presa anni fa di dare vita a una struttura rivolta ai giovani e giovanissimi, continua il dg dell’organizzazione, “si è rivelata il motore per avviare una serie di servizi, dal sostegno psicologico alle attività ricreative ed educative qualificate”. Così, nella casa su due piani circondata da uno spazio verde, con alcune stanze attrezzate per chi ha una disabilità, nella parte comunitaria, oltre alla cucina, c’è grande soggiorno con un biliardino, i giochi per i più piccoli e i computer per gli adolescenti. Oltre all’assistenza psicologica, attività ludico-ricreative come la musicoterapia, la pet therapy e il teatro “per intrattenere i giovani e i giovanissimi che si esprimono divertendosi” ed educative come il sostegno scolastico il divertimento, illustra Gastaldi.  “Il tempo della malattia deve essere comunque un tempo di vita”, aggiunge, “questi ragazzi hanno bisogno di essere guariti a livello medico, e a questo ci pensa l’ospedale. Mentre al livello umano prova a farsene carico CasaBambini, perché non dobbiamo dimenticare che i pazienti prima di tutto sono persone”.

I segni in chi è guarito

L’organizzazione si impegna ad accogliere e supportare i suoi ospiti e i loro familiari anche con altri servizi, come l’assistenza infermieristica domiciliare, che ha un “effetto tranquillizzante sui genitori”, continua Gastaldi,  e uno spazio di ascolto per chi è guarito ma si porta dentro per qualche tempo i segni dell’esperienza che vissuto. “Un’equipe di professionisti affianca il ragazzo e la famiglia nella creazione di progetti individuali e può fungere da sostegno e accompagnamento per un po’ di tempo anche in seguito all’uscita da qui”, conclude.