Pesce scaduto nei locali etnici: blitz della Capitaneria di Porto ai Parioli e Centocelle

Almeno 160 chili di prodotti ittici sono stati requisiti dagli operatori del 3° Centro Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Civitavecchia, nell’ambito di un’indagine condotta dalle Capitanerie di Porto di Roma e della città litoranea su alcune attività di ristorazione etnica locati in quartieri centrali e periferici della Capitale. Ad attirare l’attenzione degli inquirenti, in particolare, alcuni locali dei Parioli e di Centocelle, all’interno dei quali sono state numerose le irregolarità riscontrate dagli ispettori, dalla mancata tracciabilità dei prodotti ittici, alla detenzione di altri scaduti (i quali sarebbero poi stati somministrati ai clienti) per un totale di circa 9100 euro di sanzioni pecuniarie ai diversi titolari degli esercizi.

Locale chiuso

Uno dei locali sottoposti a controllo da parte delle Capitanerie di Porto, ha richiesto anche l’intervento dei sanitari della Asl di Roma e della Polizia locale di Roma Capitale, a seguito delle numerose mancanze riscontrate a livello igienico-sanitario. Il ristorante in questione è stato sottoposto a chiusura temporanea, con sanzioni comminate al proprietario ammontanti a circa 4 mila euro. Un controllo, quello sulla tracciabilità dei prodotti, predisposto dal Corpo delle Capitanerie di porto allo scopo di tutelare non solo la risorsa ittica ma anche la salute e la sicurezza alimentare del consumatore finale.

I precedenti

Non è certo la prima operazione che, partendo da un’indagine sullo stato di conservazione di prodotti ittici, porta alla chiusura di alcuni locali, molti dei quali operanti nelle zone maggiormente trafficate e a concentrazione turistica della città di Roma. Circa due settimane fa, il 16 marzo, un altro esercizio ristorativo etnico, stavolta sito in via Cavour, era stato chiuso dopo i controlli effettuati da Vigili urbani e operatori sanitari della Asl, i quali avevano riscontrato non solo un pessimo ambiente a livello igienico ma anche alcune irregolarità a livello strutturale. Anche in quella circostanza, l’attività era stata chiusa a seguito del riscontro di violazioni di vario tipo, soprattutto in materia di sicurezza e normativa igienica, per un totale di 50 mila euro.