Cometa Park, una storia di inclusione e sostenibilità ambientale

L'intervista di Interris.it a Nathalie Franchet ,direttrice della cooperativa Capovolti, attuatrice del progetto Cometa Park

© Cometa Park

L’inclusione lavorativa delle persone con fragilità e la valorizzazione delle aree naturalistiche rappresentano due obiettivi fondamentali per imprimere un forte cambiamento in termini sociali e ambientali.

L’esperienza di Cometa Park

In provincia di Salerno, precisamente a Montecorvino Pugliano, un gruppo di realtà appartenenti al Terzo Settore, guidate dalla cooperativa sociale Capovolti, ha dato il via ad un progetto di valorizzazione di un’area di oltre sei ettari per la creazione di un’area naturalistica denominata Cometa Park, che è destinata ad attività di tipo educativo, ricreativo e di agricoltura sostenibile, in cui sono impiegate persone con disabilità e fragilità. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato Nathalie Franchet, direttore della cooperativa sociale Capovolti.

volontariato

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha “Cometa Park”?

“Cometa Park” rappresenta l’ultimo challenge che la cooperativa sociale Capovolti si è data. Nasciamo per dare un’opportunità di inserimento lavorativo per le persone con fragilità. In particolare, “Cometa Park”, prende avvio rispondendo a un bando di fondazione Con il Sud per il recupero delle terre incolte e ha le finalità di lavorare sul versante dell’inclusione lavorativa di persone con fragilità e sull’utilizzo sano dell’ambiente nonché delle risorse dei territori come quello di Montecorvino Pugliano, che è molto vicino a Salerno, ma dove le giovani generazioni emigrano verso nord, come purtroppo accade nei paesi del sud”.

Come si è sviluppata l’attività progettuale?

“All’interno del progetto, svolto in partenariato con dei partner che hanno delle competenze complementari per il raggiungimento degli obiettivi, siamo stati affiancati da Mestieri Campania e abbiamo realizzato insieme un percorso di selezione delle persone con determinate caratteristiche necessarie per lavorare in campo aperto. È stato studiato un percorso di formazione nonché di tirocinio per giungere poi all’assunzione. Attualmente due persone hanno già completato il percorso, sono state assunte da noi e fanno parte del team che si occupa della parte agricola e di gestione del verde all’interno del “Cometa Park”. Inoltre, quest’anno, sono stati attivati altri due tirocini. È un percorso in evoluzione”.

Quali sono i vostri desideri per lo sviluppo futuro del progetto? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra opera di inclusione?

“Cometa Park” attualmente è in fase di ripristino per quanto riguarda gli adeguamenti degli impianti agricoli. Nella primavera 2023 sarà aperta al pubblico la fattoria didattica, per cui abbiamo già dei progetti in atto con le scuole. Le persone possono aiutarci venendo a farci visita e acquistando i prodotti che vengono coltivati all’interno di “Cometa Park”. Quest’anno abbiamo fatto un orto di 500 mq, in cui ci sono una serie di prodotti ottimi in coltivazione biologica. Occupandoci di salute mentale, ogni anno, prepariamo dei pacchi chiamati “Pacco Matto”, per sensibilizzare su questo tema e sulla tutela dell’ambiente, al cui interno si trovano diversi prodotti, dall’olio evo bio a tutti i trasformati dell’orto”.