Religiosi Camilliani, una giornata per commemorare il martire missionario fratel Leonardo Grasso

"Le periferie non sono solo geografiche ma anche esistenziali. Una testimonianza radicale di fedeltà al Vangelo fino al martirio", afferma a Interris.it fratel Carlo Mangione

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Fratel Leonardo Grasso, “missionario martire nelle periferie esistenziali”. Lo ricorda così  Fratel Carlo Mangione, religioso camilliano. Direttore generale dell’ospedale “Santa Maria della Pietà” a Casoria. “Tre mesi fa è stato ucciso un nostro confratello, fratel Leonardo Grasso. E’ stato inserito dalla Conferenza episcopale italiana fra i venti martiri missionari del 2020– spiega a Interris.it fratel Carlo Mangione in rappresentanza di tutti i religiosi Camilliani (i “ministri degli infermi”)-. La giornata Cei nella quale sarà commemorato con gli altri missionari uccisi è il 24 marzo“. L’ufficio Missio della Conferenza Episcopale Italiana ogni anno ricorda chi ha dato la vita per testimoniare il Vangelo.Martire

Martire tra gli ultimi

“Fratel Leonardo è l’unico italiano nell’elenco dei missionari martiri del 2020 insieme al sacerdote comasco don Roberto Malgesini. Gli altri sono tutti stranieri- sottolinea a Interris.it fratel Carlo Mangione-. Questa inclusione è per noi motivo di sorpresa e di gioia. Le periferie non sono solo geografiche. Ma anche esistenziali. Fino al sacrificio della vita il nostro confratello si è speso per i più fragili. La sua morte è stata riconosciuta come una testimonianza radicale di fedeltà al Vangelo. E’ la missione della carità e dell’ evangelizzazione fino al martirio”.Martire

A rischio della vita

Ciò, evidenzia fratel Carlo Mangione, è anche “un riconoscimento della vocazione camilliana. E della radicalità della nostra adesione al Vangelo. Anche attraverso il quarto voto. E cioè l’impegno di assistere i malati pure a rischio della vita. Il nostro confratello è stato ucciso in Sicilia da un ospite di una comunità camilliana“. Il rogo doloso è divampato nella comunità per assistenza ai malati di Aids e di recupero per tossicodipendenti “Tenda San Camillo”. Le fiamme sono state appiccate da un 52enne subito fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravatoMartire

Risposta di fede

L’epidemia chiama e loro rispondono. Sono sacerdoti, suore e laici della grande famiglia di San Camillo De Lellis. Religiosi che, senza esitazioni, sono scesi in campo contro il Covid, oggi come ieri, quando sono nati. In quel lontano 1586 quando la peste era nel pieno della sua furia devastatrice. Professano il cosiddetto “quarto voto”. Appunto quello di assistere gli ammalati anche a rischio della vita.

Medicina speciale: la speranza

A dimostrare l’attualità della vocazione camilliana è soprattutto la testimonianza quanti hanno perso la vita per gli altri. Come fratel Leonardo Grasso, morto tra le fiamme nella tenda della carità, a Catania. Dove ospitava tossicodipendenti e malati di Aids. La missione dei Camilliani si esprime anche a Casoria (Napoli), con l’Ospedale Santa Maria della Pietà, dove si difende, con fermezza, il diritto alla salute di tutti. Con una medicina speciale: quella della speranza.