Un ospedale a misura di bambino: l’intervista a Antonella Conti direttore operativo del Buzzi di Milano

Antonella Conti (OBM Buzzi Milano) spiega ad Interris.it come sia importante che gli ospedali pediatrici siano ambienti a misura di bambino

Buzzi - Conti
A sinistra Antonella Conti. A destra una sala d'attesa dell'ospedale Buzzi. Foto: OBM Onlus

Il soggiorno in ospedale è un momento delicato e lo è ancora di più per i pazienti più piccoli. Per questo è fondamentale creare un ambiente accogliente, che ricordi quello domestico e in cui la terapia diventi più facile da sopportare. La malattia e la degenza di un bambino hanno degli effetti psicologici non solo sul piccolo, ma anche su tutta la sua famiglia, che da subito va sostenuta.

L’intervista 

Interris.it ha intervistato Antonella Conti, direttore operativo dell’Associazione Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano che da oltre 110 anni è un centro di riferimento nella cura specialistica materno ed infantile. 

Antonella, quale è la filosofia della vostra struttura?

“Noi siamo un ospedale nato con lo scopo di stare accanto alle donne, ai bambini e alle loro famiglie. Siamo pienamente consapevoli di quanto difficile sia trascorre del tempo in ospedale e per questo cerchiamo di accompagnare i nostri pazienti in questo faticoso soggiorno. La nostra struttura è un’eccellenza sanitaria che si serve di strumentazioni tecnologiche all’avanguardia e che punta su un ambiente sempre più umanizzato”. 

Come si umanizza un ospedale?

“Innanzitutto lavorando su tutti i punti di vista attorno e per il bambino, creando le condizioni perché lui non si senta in ospedale. Per arrivare a ciò è indispensabile rendere più accoglienti gli ambienti e le aree visita e meno spaventosi tutti quegli strumenti diagnostici che a priori possono intimorire il piccolo paziente. Infine, in questo ambiente meno spigoloso è fondamentale creare dei momenti di svago che facciano divertire i bimbi e scorrere più velocemente le lancette dell’orologio”.

Quali sono i servizi in atto?

“Ci prendiamo cura de nostri pazienti in tanti modi. Innanzitutto, non appena un bambino viene ricoverato viene consegnato un kit accoglienza con oggetti di prima necessità come lo spazzolino da denti e il dentifricio, e dei passatempi come i colori e l’album da colorare. Durante tutto l’arco della giornata possiamo contare su uno staff di volontari che trascorre del tempo con i bambini e alleggerisce i genitori e anche il momento a volte difficile della sera è coperto da loro con il momento fiabe. Inoltre, ogni martedì in collaborazione con la Scuola Italiana Cani Salvataggio, proponiamo la pet terapia in corsia. La vicinanza con gli amici a quattro zampe ha dei vantaggi psicologici sul paziente e anche quei bambini che all’inizio dimostrano qualche paura ad avvicinarsi, piano piano riescono a superare il timore”. 

Che sostegno viene dato alle famiglie? 

“Sappiamo quanto la famiglia abbia un ruolo fondamentale durante il ricovero di un bambino. Per questo negli anni abbiamo aumentato la capacità di accoglienza delle famiglie provenienti da fuori Milano che avrebbero molte difficoltà a sostenere la spesa di soggiorno in una una città costosa come la nostra. Mettiamo a disposizione delle case accoglienza dove ospitiamo le famiglie e in alcuni casi anche i pazienti che non hanno bisogno di un ricovero 24 su 24 ma che si devono recare tutti i giorni in ospedale”. 

Che ruolo ha il supporto psicologico nella buona riuscita di una terapia?

“Lo definirei fondamentale perché se il bambino è a suo agio, diventa collaborativo e certe procedure, che in alcuni casi possono anche essere molto invasive, vengono sopportate meglio. Quando un bambino è sereno e si sente protetto, il personale sanitario riesce a lavorare con più tranquliità e può pure capitare che gli stessi tempi di guarigione si abbrevino di parecchio”.