Gran Bretagna, media: “Johnson chiama la regina per anticipare le sue dimissioni”

Il premier britannico Boris Johnson sembra abbia ceduto e che sia pronto ad annunciare le sue dimissioni oggi

Regno Unito

Il premier britannico Boris Johnson sembra abbia ceduto e che sia pronto ad annunciare le sue dimissioni oggi, secondo anticipazioni concordanti dei media britannici riportate da Ansa.

L’accordo prevederebbe che BoJo si dimetta oggi da leader del Partito Conservatore di maggioranza, riferisce Chris Mason, political editor della Bbc, rimanendo tuttavia primo ministro ancora per un po’.

Elezioni interne per la scelta di un nuovo leader Tory verrebbero infatti convocate durante l’estate, con l’idea che il vincitore o la vincitrice possa essere annunciata nelle prossime settimane e – automaticamente – subentrare poi a Johnson anche alla guida del governo britannico “in autunno”.

Johnson chiama regina per anticiparle le dimissioni

Il premier britannico Boris Johnson nel corso di una conversazione telefonica, definita “di cortesia” dai media, avrebbe anticipato alla regina Elisabetta (che si trova nel castello di Windsor) le sue dimissioni per ora da leader Tory prima dell’annuncio ufficiale alla nazione, che dovrebbe svolgersi questo pomeriggio.

La sovrana sta seguendo con attenzione la situazione in particolare dopo che fin dalla mattina sono emersi i timori di una crisi istituzionale nel Regno Unito, anche a fronte di una paralisi di fatto dell’attività di alcuni ministeri dopo le dimissioni a raffica di ministri e sottosegretari.

Anche il neocancelliere ha sollecitato Johnson a dimettersi

Stamane anche il neo cancelliere dello Scacchiere britannico, Nadhim Zhawi, nominato da Boris Johnson appena due giorni fa, aveva unito la sua voce a quelle di chi chiedeva al primo ministro Tory di lasciare, sullo sfondo dei contraccolpi dello scandalo Pincher e mentre continuano le dimissioni dal suo governo. Johnson deve “fare la cosa giusta e dimettersi adesso”, a questo punto, ha detto Zahawi, commentando il rifiuto opposto ancora ieri sera dal primo ministro a farsi da parte.

Lascia anche il ministro per l’Irlanda del Nord

Non si arresta neppure oggi l’emorragia di ministri nel governo britannico di Boris Johnson: questa mattina è stato il turno del responsabile del dicastero per l’Irlanda del Nord, Brandon Lewis, secondo il quale l’esecutivo colpito dallo scandalo è ormai “oltre il punto di non ritorno. Non posso sacrificare la mia integrità personale per difendere le cose come stanno adesso”, ha detto Lewis, aggiungendo che il partito conservatore al potere e il Paese “meritano di meglio”.

Poco prima di Lewis, aveva annunciato l’addio anche la ministra dell’Istruzione, Michelle Donelan, pure designata solo martedì. Ieri si era dimesso un “pezzo da novanta”, il ministro delle finanze Michael Gove, e una decina di membri junior dell’esecutivo sullo sfondo della crisi provocata dallo scandalo legato alla accuse di molestie sessuali nei confronti dell’ex vicecapogruppo dei tories alla Camera dei Comuni, Chris Pincer.

La vicenda Pincer

Le dimissioni di Pincher, vice capogruppo dei Tory costretto a lasciare l’incarico (ma non il Parlamento) dopo l’emergere di un episodio di molestie che lo ha visto protagonista lo scorso 29 giugno – avrebbe toccato in modo inopportuno due uomini a una festa mentre era ubriaco – stanno provocando l’ennesimo terremoto per il premier Boris Johnson. Sembrerebbe infatti che Pincher non fosse nuovo alle molestie sessuali ma che il partito avesse insabbiato la cosa negli anni.